Presentato oggi nella sala stampa del “Menti” Alessio Da Cruz, già tre presenze al suo attivo in maglia biancorossa. Queste le sue dichiarazioni:
Alla tua prima partita con il L.R. Vicenza, contro il Cittadella, hai subito avuto modo di esultare per un gol sotto la Sud…
Si mi ha fatto molto contento. La partita contro il Cittadella è stata molto difficile per noi. Abbiamo fatto un punto, va bene così…
Sei stato molto freddo dal dischetto e non era facile visto che il tuo compagno aveva appena sbagliato l’esecuzione…
Prima della partita il mister aveva detto che ero il primo rigorista e quando Teo (Teodorczyk ndr) ha preso la palla mi sono avvicinato per dirglielo. Poi lui ha voluto tirarlo e sfortunatamente l’ha sbagliato, quindi quando c’è stata la ripetizione mi sono preso la responsabilità di batterlo anche se non era così facile.
Se ci saranno altri rigori li batterai tu?
Non lo so. Con il Cittadella il designato ero io, le prossime volte non lo so.
Sei arrivato in una situazione difficile di classifica, come hai trovato il morale della squadra e dell’ambiente?
Sono tutti consapevoli che ci sarà da soffrire ma l’atmosfera nel gruppo è buona.
In campo quale è la posizione che preferisci?
Trequartista però anche seconda punta. Sono entrambe posizioni che mi piacciono.
A Frosinone avete un’altra partita difficile. Cosa dovrete fare per portare a casa un risultato positivo?
Dobbiamo continuare a fare quello che abbiamo fatto nell’ultimo match, aiutarci tra compagni, lavorare duro e sacrificarci uno per l’altro. Così potremo fare punti anche a Frosinone.
La vittoria con l’Alessandria vi ha caricati?
Ci ha caricato la vittoria, perché in questo momento i tre punti sono indispensabili e anche i tifosi. Non avevo mai giocato prima al Menti, mi piace il pubblico e mi piace lo stadio che è piccolo ma è bello.
Quando ti ha chiamato il L.R. Vicenza hai detto subito si?
Si. Mi avevano cercato anche altre squadre ma come giocatore ho voluto mettermi alla prova e accettare una sfida di questo tipo.”
Sei tornato in Italia dopo vari anni: cosa ti ha insegnato l’esperienza negativa di Ascoli alla fine della quale molti ti avevano etichettato come giocatore forte ma con poca “testa”?
Ad Ascoli ero molto più giovane e con la testa ero un altro tipo di giocatore. Ora sono maturato sia dentro che fuori dal campo e ho creduto che fosse il momento giusto per tornare in Italia e mettermi alla prova.
Una curiosità: il tuo nome (Alessio) è italiano, come mai?
Credo semplicemente piacesse ai miei genitori, non ci sono altre ragioni particolari, non ha collegamenti con l’Italia… alla fine è stato il destino.
C’è un giocatore a cui ti ispiri?
Ci sono molti giocatori che mi piacciono ma nessuno in particolare a cui sento di somigliare
Sei scaramantico. Hai qualche rito particolare prima della partita?
Sono mussulmano la religione vuole che si faccia tutto con la mano destra, quindi metto prima il calzino destro e la scarpa destra e così via.