Con la vittoria in casa della Reggiana nel posticipo di lunedì, l’Albinoleffe si è consolidato in zona playoff. Il Vicenza visto nelle ultime settimane ha poche possibilità di uscire indenne dal Comunale di Bergamo. Eppure Armando Madonna, allenatore dei seriani, si aspetta una partita difficile e ai suoi chiede il massimo impegno. “Il Vicenza è una squadra costruita per vincere il campionato – afferma al sito ufficiale dell’Albinoleffe – Una squadra forte, con giocatori forti, soprattutto in fase offensiva. Perciò penso che sia una formazione pericolosa, al di là dei nove punti che ha in classifica che non rispecchiano il suo vero valore”. Nove punti solo sul campo, considerata la penalizzazione di quattro che ha relegato i biancorossi nei bassifondi della classifica. Tanto per cambiare.
Madonna riconosce l’esperienza come tratto distintivo della rosa biancorossa: “Tiribocchi e Tulli su tutti, ma non vanno dimenticati nemmeno Giacomelli, Mustacchio e Castiglia, tutti giocatori che hanno fatto la serie B. Per questo dovremo scendere in campo con l’atteggiamento giusto, senza pensare agli otto punti in più in classifica. Ci attende un’altra partita difficile”. L’esperienza in realtà per ora è servita a poco, viste le prestazioni dei biancorossi. Madonna prova a capirne il motivo: “In questo torneo c’è un gioco completamente diverso, rispetto ad altri. Il problema vero è calarsi in una categoria inferiore e non pensare che sia tutto facile, altrimenti le cose si complicano. Bisogna avere grande umiltà e voglia di rimettersi in gioco”.
Il mister dei seriani racconta che l’ultima settimana è stata più di recupero che di lavoro, e che i suoi hanno insistito sui movimenti della fase difensiva. “Dobbiamo pensare che ogni pallone, anche se sembra semplice, può diventare pericoloso, perciò è vietato perdere palla al limite dell’area o rischiare in uscita. – dice Madonna, che chiude con la tattica per oggi pomeriggio – Il Vicenza gioca col 4-4-2, quindi un sistema di gioco molto chiuso, con davanti giocatori di gamba. Non dobbiamo concedergli la profondità. Attaccare sì ma non la testa”.