Il magico Vicenza guidato da Bruno Giorgi ha sempre avuto un posto speciale nel cuore dei tifosi biancorossi. Sarà che le suggestioni che abbiamo respirato nelle trasferte in improbabili campi di gioco, e che ancora ci evocano i nomi di squadre come la Rondinella, il Fanfulla, il Legnano o lo Jesi, rendono quegli anni un periodo davvero indimenticabile. La promozione in serie B nel drammatico spareggio di Firenze con Lucchetti che al termine festeggia con Roberto Baggio (infortunato) sulle spalle, ma soprattutto la straordinaria cavalcata dell’anno seguente che ha portato alla promozione in serie A sono emozioni che, per chi ha avuto la fortuna di viverle resteranno per sempre nel cuore dei tifosi biancorossi. E pensare che ci sono stati “tifosi” che, orfani della serie A, hanno disertato il “Menti” e non sanno cosa si sono persi! Una squadra composta da giocatori di qualità e valori morali, un gruppo solido e compatto guidato da un grande condottiero come l’indimenticabile Bruno Giorgi, un tecnico silenzioso ma dotato di superba abilità tattica e dal grande carisma. Chi non ricorda Pasciullo, Mascheroni, Bertozzi, Nicolini, Cerilli, Fortunato, Messersì, Lucchetti, Rondon, il portierone Mattiazzo, il moto perpetuo di Savino, l’idolo dei tifosi Montani e quel coro (picchia per noi Danio Montani, picchia per noi Danio Montani ..) che spesso partiva dalla curva sud, e Dal Bianco, Schincaglia e Pallavicini. Un gruppo che abbinava qualità tecniche importanti, grande grinta e voglia di vincere, e l’esperienza di uomini come Pippo Filippi di cui non serve aggiungere altro. Una squadra che ha scritto un capitolo importante della storia biancorossa, ha giocato partite spettacolari come la doppia vittoria sulla Lazio (2 a 0 al “Menti” e il fantastico 4 a 3 a Roma), il 3 a 1 contro la capolista Ascoli, e la promozione in serie A, meritata sul campo ma negata dalla giustizia sportiva.
Un ricordo che ancora brucia, e tanto, a capitan Paolo Mazzeni che dei colori biancorossi è rimasto grande tifoso. “ Ma allora volete farmi del male – attacca subito Mazzeni – quella doppia salita dalla serie C alla serie A è un ricordo bellissimo, ma il dolore e l’amarezza per la revoca della promozione è ancora una ferita aperta. Sul campo abbiamo fatto grandi cose, ci siamo guadagnati quel risultato e, lo dico con grande convinzione, quel gruppo avrebbe strameritato di giocare in serie A “.
Una promozione guadagnata sul campo e poi sfumata è un rischio che corre, a causa della pandemia legata al Covid-19 che ha bloccato il calcio europeo, anche la squadra di Mimmo Di Carlo, ma Mazzeni spera che stavolta le cose vadano in maniera diversa. “ Seguo e leggo e mi pare di capire che se non si dovesse riprendere a giocare per la squadra di Di Carlo la serie B dovrebbe arrivare comunque – sottolinea Mazzeni – e a riguardo lasciatemi dire che sarebbe giusta e meritata. Il campo ha mostrato che il gruppo è forte e solido, la squadra ha valori, esperienza e personalità, con una retroguardia che, da difensore penso di poterlo dire, è veramente tosta e i soli 12 gol subiti ne sono la testimonianza. Quando batti le dirette avversarie Carpi, Reggiana e Sudtirol, vinci 3 a 0 a Trieste, a San Benedetto, a Cesena, significa che sei forte e che il primato è meritatissimo. Poi è chiaro che le rivali portino avanti la tesi che con 11 giornate ancora da giocare potrebbero rimontare, ma finora il campo ha dato un verdetto chiaro e negare questo non è possibile “. Una ripresa dei campionati per Mazzeni è improbabile, anche se conquistare sul campo la serie B sarebbe bello. “ Mi pare che le severe norme mediche, i controlli e la disponibilità di centri tecnici siano condizioni che in Lega Pro in pochi possano rispettare – spiega Mazzeni – per cui ritengo che il campionato in serie C non sarà concluso. E’ un peccato, ma ribadisco che i risultati del campo vanno rispettati e che quindi i clubs primi in classifica, Monza, Reggina e i ragazzi di Di Carlo, è giusto che vengano promossi. Lo merita la piazza di Vicenza, la tifoseria che ha confermato di essere di altra categoria, e la squadra per il percorso fatto “.