La serie A vuole concludere il campionato sul campo. E’ questa la volontà “unanime” espressa dalle società della massima serie che sono concordi nel sottolineare come però fondamentale la necessità di rispettare rigorosamente le indicazioni dei medici nel rispetto della salute di tutti i protagonisti. La posizione dell’Assemblea della serie A rappresenta in sostanza una risposta alle parole del ministro dello sport Vincenzo Spadafora, che aveva sottolineato l’esigenza di trovare un protocollo medico univoco e che in caso contrario ha minacciato di firmare un decreto governativo che sancirà lo stop definitivo della attività.
Sul piatto, come abbiamo spiegato ampiamente nei giorni scorsi, ci sono circa 350 milioni che le tv (Sky e Dazn) non pagherebbero se il campionato venisse interrotto. La soluzione prioritaria è senza dubbio relativa alla salute dei protagonisti del mondo pallonaro ma, inutile negarlo, l’aspetto economico ha il suo peso in un contesto molto grave in cui molte società senza gli introiti televisivi rischierebbero di non iscriversi alla prossima stagione. Dopo giorni di parole, scontri, polemiche e chi più ne ha più ne metta, una soluzione che accontenti tutti sembra ancora lontana e in quest’ottica sarà importante il Consiglio Federale che si terrà il prossimo 8 maggio, il giorno seguente alla prevista Assemblea di Lega Pro che sarà importante per esaminare le proposte del Direttivo e per verificare se esistono le condizioni in serie C per proseguire la stagione oppure (quasi certo) dichiararla conclusa soprattutto se la serie A non dovesse riprendere a giocare. In questo contesto da non escludere la Federcalcio sta studiano un piano B che verrà discusso nella riunione dell’8 maggio, ma del quale già è filtrata qualche indiscrezione. La questione più importante è che anche in caso di congelamento della stagione ci saranno promozioni e retrocessioni, anche se forse in numero diverso da quanto stabilito. Punto fermo da cui partire pare essere il mantenimento dei format attuali, con la serie A e il torneo cadetto che non saranno allargati e che quindi resteranno a 20 squadre. L’idea però è di, nel caso non si riprendesse a giocare, di dare il via libera a due retrocessioni in serie B, e di conseguenza allo stesso numero di promozioni (Benevento e Crotone) dalla serie B alla massima serie. Scelta che aprirebbe probabilmente a ricorsi (certi quelli delle retrocesse dalla serie A, ma anche il Frosinone ha già anticipato che non intende accettare questa soluzione n.d.r.) ma la Federazione conta nel caso anche nell’appoggio del Governo per sostenere questa scelta. Possibile che anche la serie B veda solo tre retrocessioni in Lega Pro con Monza, L.R. Vicenza e Reggina che restano in pole per essere promosse nel torneo cadetto, ma anche in questo caso i ricorsi (Bari e Carpi in primis) sarebbero di fatto certi. In alternativa non resta che concludere i campionati sul campo ma in questo caso è necessario che la fine della stagione sia prevista per ottobre/novembre con tutte le complicazioni che questa decisione porterebbe in carico all’annata 2020/2021 che dovrebbe essere disputata in meno di sei mesi. Insomma, da qualunque parti lo si guardi, il contesto resta molto complicato e il tempo per sbrogliare la matassa è sempre meno.