Il noto interesse per l’acquisto del club da parte di alcuni gruppi, tra cui quello insistito di un gruppo emiliano che faceva capo all’imprenditore Stefano Bonacini (titolare della Gaudì), si sarebbe infatti potuto concretizzare solo con il mantenimento della categoria. Le conferme arrivano anche da Carpi, la serie B era condizione necessaria per chiudere la trattativa, oggi non se ne può fare più nulla.

E allora che cosa succederà?

Innanzitutto domani il presidente Cunico dovrebbe convocare il Cda della società, che potrebbe incontrarsi già martedì o mercoledì. A seguire ci sarà l’assemblea dei soci, momento decisivo per capire l’intenzione di chi finanzia l’attività del Vicenza calcio.

La data chiave sarà quella del 30 giugno prossimo, giorno della scadenza della stagione sportiva e del bilancio. Se entro tale data non dovessero concretizzarsi manifestazioni di interesse da parte di potenziali acquirenti, si sarebbe di fronte ad un bivio: da un lato proseguire con l’attuale proprietà, ma al momento è impossibile stabilire con quali mezzi e obbiettivi, dall’altro la cessione all’unica cordata che ha sempre dichiarato di voler acquisire il Vicenza indipendentemente dalla categoria, quella rappresentata dall’avvocato Angelo Massone. La terza e malaugurata ipotesi dei libri in Tribunale appare al momento più staccata, anche se ad oggi non è possibile escluderla del tutto.

Per il momento, però, in via Schio è necessario continuare a lavorare (e anche alacremente) per la gestione quotidiana: alle porte ci sono infatti numerosi obblighi burocratici per l’iscrizione della squadra alla Lega Pro prima divisione, se possibile ancora più complessa e restrittiva nelle norme che la regolano.

Perché una certezza c’è: il Vicenza è in serie C e l’iscrizione è un imperativo, così come per rilanciare la gloriosa società biancorossa è necessario che al timone ci siano persone nuove, serie e compententi. Il presente deve essere già il passato, altrimenti il Vicenza non avrà un futuro.