Quella contro il Latina doveva essere la partita in cui Pierpaolo Bisoli cercava conferme e la seconda vittoria di fila che avrebbe consentito di staccarsi, seppur di poco, dalla zona calda della classifica. L’importanza del match era nota a tutti e per questo la sconfitta subita dal Vicenza ha lasciato tanta amarezza, sconforto e delusione sia tra i supporters berici che tra la dirigenza biancorossa. “ Purtroppo abbiamo giocato male non riuscendo a dare continuità alla bella vittoria di Trapani – ha spiegato a fine gara il direttore sportivo del Vicenza Antonio Tesoro – contro il Latina abbiamo invece evidenziato problemi di personalità e questo è un problema non da poco. Peccato perché c’era la possibilità di fare un altro piccolo passo in avanti ed invece ne abbiamo fatto due indietro “.
La prestazione messa in campo contro il Latina è stata negativa sotto tanti aspetti, ma ha anche confermato come il Vicenza non sia riuscito a mettere in campo quella determinazione e quella grinta che le compagini che lottano per non retrocedere devono avere considerato che quasi sempre dispongono di un tasso tecnico modesto. Dare il 101 per cento è un obbligo che questo organico deve avere in ogni gara se vuole centrare una salvezza che non è certo una chimera a patto che la squadra trovi una continuità di rendimento che finora non ha mai avuto. La partita contro i pontini ha mostrato un Latina ridotto in dieci uomini che correva e lottava senza sentire il peso dell’inferiorità numerica e questo dato è purtroppo grave in quanto il Vicenza era nelle condizioni migliori per centrare la prima vittoria della stagione al “Menti”. La superiorità numerica è però stata vanificata da una gioco lento ed arruffone che non riusciva a trovare sbocchi tra le due linee a quattro, difensiva e di centrocampo, del Latina che si chiudeva e ripartiva con ordine e soprattutto grande grinta e tenacia. Nella manovra dei biancorossi si è notata chiaramente soprattutto la mancanza di un giocatore capace di saltare l’uomo e di creare superiorità numerica e in questo pesa la non buona condizione fisica di Giacomelli e quella ancora peggiore di Fabinho. Della mancanza di un attaccante con la A maiuscola abbiamo scritto (ma non eravamo certo i soli a sostenerlo) l’1 di settembre, ma chiunque arriverà a gennaio a rinforzare l’attuale organico del Vicenza potrà poco se il gruppo non si compatterà e tutti daranno il massimo per centrare la permanenza in serie B.
Un mese fa abbiamo evidenziato il fatto che tutti avrebbero dovuto dare di più, perché solo in questo modo si viene fuori da situazioni così difficili. Non si dovranno più vedere giocatori che svolgono il compitino, che giocano impauriti (da cosa???) e che non hanno quella fame e quella determinazione che in serie B sono componenti fondamentali. Dopo un terzo del campionato pare evidente che il Vicenza ha pagato una campagna acquisti tardiva, il ritardo di condizione fisica di parecchi giocatori, ed assenze importanti come quella di D’Elia, Giacomelli, e Galano che finora non sono riusciti a dare il loro contributo; la cosa positiva è che nonostante tutto la salvezza è lì ad un passo, ma per centrarla servirà una maggior unità e condivisione ai vertici societari, una programmazione attenta dei due, tre giocatori che si cercherà di acquistare a gennaio e comprendere chi è pronto a sposare, senza alcun tentennamento, la causa biancorossa. Se si riuscirà a capire quali sono stati gli errori commessi, prendendoli ad esempio per non ripeterli in futuro, le cose non potranno che andare meglio. Del resto nel calcio vince chi sbaglia di meno; il problema di questo Vicenza è che finora si è sbagliato troppo (e ci può stare …) ma adesso non c’è più margine di errore se si vuole salvare la serie B