Dodici giornate di campionato di cui sei giocate al “Menti” senza che i biancorossi prima guidati da Lerda e poi da Bisoli siano riusciti a centrare un successo davanti al pubblico amico. Il Vicenza con 10 punti, frutto di due vittorie esterne ottenute a Salerno e a Pisa, si trova al penultimo posto in classifica, una posizione complicata che però lascia spazio alla possibilità di risalire la graduatoria. Nel passato la compagine biancorossa si è trovata, dopo dodici giornate, ad avere raccolto solo 4 punti riuscendo a centrare alla fine la salvezza. Era la stagione 2006/2007 e il Vicenza, che alla quinta giornata aveva sostituito Giancarlo Camolese con Angelo Gregucci sulla panchina, alla 12esima giornata pareggia 2 a 2 con il Treviso al “Menti” e centra il quarto punto del campionato. Sembrava una stagione segnata, invece i biancorossi guidati da un grande Stefan Schwoch, centrano il primo successo davanti ai propri tifosi alla 13esima superando 2 a 0 l’Arezzo.
“In quella stagione riuscimmo a giocare una parte centrale del campionato alla grande – ricorda Schwoch – superando i problemi iniziali dovuti più che a questioni di testa che tecniche. L’avvio fu veramente durissimo, non riuscivamo a vincere una partita, e a novembre tutti ci davano per spacciati“. La serie B invece concede la possibilità di risalire la china, a patto di essere uniti e compatti nel perseguire l’obiettivo. “ In quel campionato siamo riusciti proprio a girare il nostro campionato, ricordo che ci fu un filotto in cui abbiamo vinto a Piacenza, pareggiato in casa da 0 a 2 contro la Juventus, e vinto a Cesena e a Frosinone. In casa abbiamo battuto il Bari, lo Spezia e il Pescara e siamo andati a Napoli ad imporre il nostro gioco contro una squadra che alla fine è salita in serie A. Insomma da brutto anatroccolo a cigno, ma nel calcio accade e neanche poche volte. Nel finale poi abbiamo commesso l’errore di mollare e ci siamo salvati all’ultima giornata, a conferma che per fare bene contano i mezzi tecnici di una squadra ma anche, per non dire soprattutto, l’aspetto mentale“. Un insegnamento per il Vicenza attuale, che Schwoch ha visto più volte quest’anno. “La squadra ha ovviamente dei problemi e la classifica lo testimonia – precisa l’ex centravanti biancorosso – l’inizio è stato tutto in salita con tanti infortuni che hanno tolto di mezzo elementi importanti, e probabilmente molti giocatori adesso sentono il peso e la pressione di non poter più sbagliare. Da quello che ho visto ritengo che l’organico ha i mezzi tecnici per centrare la salvezza ma ritengo che manchi un paio di giocatori di personalità, quelli che ti prendono per mano la squadra nei momenti difficili. Nell’organico attuale c’è Benussi che ha queste caratteristiche, ma gioca in porta e questo è, per la posizione in campo, senza dubbio un limite“.
Anche la difficoltà di vincere al “Menti” si può spiegare con questo lacuna, ma solo in parte. “Di sicuro davanti ai tuoi tifosi se non sei tranquillo giochi con la paura di sbagliare e quelle sono le situazioni in cui l’errore lo commetti di sicuro – spiega Schwoch – ma oltre a questo è chiaro che il Vicenza attuale ha delle difficoltà a sviluppare la manovra e a creare le condizioni per mandare a rete gli attaccanti. Il fatto poi di non riuscire a vincere al “Menti” diventa quasi un tabù, e ogni partita che passa senza trovare i tre punti è peggio. Ricordo un campionato (2007/2008, Vicenza 1 Cesena 0 n.d.r) in cui riuscimmo a vincere la prima partita in casa alla 26esima giornata; per noi la vittoria al “Menti” era diventata quasi un’ossessione. Il Vicenza di quest’anno farà senza dubbio prima, e se a gennaio arriveranno un paio di giocatori di personalità, uno a centrocampo e uno in attacco, questa squadra si salva di sicuro“.
fonte: Corriere del Veneto