All’aritmetica permanenza del Vicenza in serie B manca solo un punto, un mero dato statistico in quanto molto probabilmente i biancorossi guidati da Franco Lerda l’obiettivo salvezza l’hanno raggiunto sabato scorso battendo in rimonta al “Menti” la Virtus Entella. Un obiettivo importante, anzi fondamentale nel futuro del Vicenza calcio perché, come ripetuto più volte nei mesi scorsi, i soci di Vi.Fin. avevano indicato la permanenza in serie B e l’accettazione della rateizzazione del debito IVA (quasi 7 milioni n.d.r.) come condizioni necessarie per far valere il diritto di opzione che, entro il 31 dicembre del 2016, permette alla finanziaria vicentina di acquisire le quote di maggioranza del Vicenza calcio attualmente detenute da Finalfa Srl.
Data per acquisita la conquista della permanenza in serie B, lo stesso ormai si può dire anche per la rateizzazione del debito IVA considerato che lo scorso 22 aprile durante l’incontro di Mestre al quale hanno partecipato Alfredo Pastorelli e il figlio Nicola, e i vertici della Agenzie delle Entrate Provinciale e Regionale si è di fatto trovato un accordo per rateizzare il debito in dodici anni. “L’incontro è da definirsi risolutivo e definitivo – spiegò l’avvocato Fabio Sebastiano – precisando che restavano da perfezionare gli accordi con la Banca Popolare di Vicenza e con il Comune di Vicenza, creditori con cui le trattative erano a buon punto: la previsione, che trova riscontri anche in questi giorni, è che entro la fine di maggio verrà sottoscritto dai creditori aderenti l’accordo di ristrutturazione dei debiti che poi verrà depositato in tribunale per l’omologazione, e di conseguenza poi il lungo iter iniziato ad ottobre dello scorso anno dovrebbe trovare la positiva conclusione che un po’ tutti nell’ambiente berico si auguravano.
Cosa accadrà e quando Vi.Fin. eserciterà il diritto di riscatto delle quote di maggioranza appartenenti a Finalfa Srl? E’ la domanda che tutti i tifosi biancorossi si pongono, e tutto lascia pensare che la cosa possa accadere a giugno, dando modo ai vertici di Vi.Fin. di entrare nelle stanza dei bottoni per programmare la nuova stagione che di fatto inizierà a metà luglio con il consueto ritiro estivo. Quello che aspetta i soci di Vi.Fin. non sarà però certo un compito agevole perché, come più volte sottolineato in passato, il Vicenza calcio gravemente appesantito da un’ingente situazione debitoria, non è una società che si trova nelle condizioni di essere acquistata, ma bensì di essere salvata da un fallimento che senza l’intervento della finanziaria vicentina sarebbe stato inevitabile. I soci di Vi.Fin. hanno senza dubbio sottratto il Vicenza calcio al fallimento, evitando così che venissero cancellati 114 anni della gloriosa storia di quella che ancora oggi è conosciuta come la Nobile Provinciale; lo dimostra il fatto che il prezzo di acquisto delle quote di maggioranza appartenenti a Finalfa Srl sarà di un euro come si usa nei casi di società ad un passo dal baratro. Una situazione molto diversa rispetto al novembre del 2004 Sergio Cassingena acquistò il Vicenza pagandolo 6,5 milioni di euro (1,5 milioni alla firma, e poi cinque rate da un milione per altrettanti anni); altro che ad un passo dal fallimento come sostiene ancora il presidente di Finalfa Srl, quella era una società con un parco giocatori invidiabile e di valore (Avramov, Rivalta, Roberto Vitiello, Biondini, Luca Rigoni, Padoin, Bonanni, Margiotta, Schwoch) e con una situazione debitoria molto meno pesante di quella attuale considerato che c’erano circa 3,5 milioni di euro di debiti, ma nessun pendenza con l’Agenzia delle Entrate.
Adesso la situazione debitoria è ben più grave, con Vi.Fin. che dovrà accollarsi il difficile compito di risanare una società che dovrà, pur in dodici anni, pagare quasi sette milioni di debiti IVA con l’aggiunta di relative sanzioni, ed onorare gli accordi con gli altri creditori che hanno aderito all’accordo di ristrutturazione dei debiti. Fatti due conti, un impegno di oltre un milione e duecento mila euro almeno per i primi tre anni (con il prossimo su cui pesano anche gli 1,2 milioni lordi del contratto di Marino e del suo staff) ai quali vanno aggiunti tutti i costi di gestione che una società di serie B deve sostenere. Ecco perché c’è curiosità nel comprendere quale sarà il progetto che Vi.Fin. intenderà portare avanti, e che presenterà nei prossimi giorni al direttore sportivo Antonio Tesoro. Importante sarà capire anche se Savino Tesoro entrerà in Vi.Fin. e se lo farà con quale ruolo e con che partecipazione finanziaria. La speranza, almeno la nostra, è quella di vedere confermata gran parte della rosa che ha chiuso bene il campionato in corso, magari con un paio di ritocchi di buon livello, senza dover invece vivere un’altra campagna trasferimenti fatta più di cessioni che di conferme ed acquisti. Ma il nuovo Vicenza potrebbe anche essere rifondato, puntando su giovani di prospettiva e di proprietà: ecco quindi che, per esempio, i vari Pinato, Piccinocchi e Cernigoi potrebbero essere alcuni dei giovani su cui costruire in due, tre anni il nuovo Vicenza. La strada potrebbe essere quella di dare priorità al risanamento societario, ma questo verrà deciso nei prossimi giorni dai soci di Vi.Fin. che dovranno decidere su quale progetto lavorare per il Vicenza del futuro. L’importante che un progetto ci sia e che alla tifoseria biancorossa vengano dette le cose come stanno, perché oltre al campo e alla disastrosa situazione di bilancio, l’attuale proprietà ha fallito completamente anche la comunicazione con i tifosi del Vicenza a cui sono state raccontate poche verità e tante, troppe menzogne.