Dopo l’annuncio del ritiro dal progetto Vicenza risponde al telefono quasi involontariamente e si capisce subito che di voglia di parlare non ne ha proprio. Alfredo Pastorelli è arrabbiato per l’ennesimo attacco alla sua persona e lo sottolinea con forza. “E’ già la terza volta che mi si attacca personalmente a mezzo stampa – precisa Pastorelli – una volta sono stato paragonato al presidente del Borgorosso, e sono stato zitto, un’altra ho fatto finta di niente, ma stavolta la pazienza è finita e non ho potuto non prendere posizione. Non vorrei che ci fosse qualcuno a cui il lavoro che sta portando avanti Vi.Fin. dia fastidio e quindi se la prende con il presidente. Ma io non ci sto, perché in questi mesi Vi.Fin. ha tirato fuori un bel po’ di soldi senza i quali il Vicenza adesso avrebbe già chiuso da un pezzo. Senza contare il grande lavoro svolto, il tempo dedicato anche da mio figlio a lavorare sui numeri che fanno acqua da tutte le parti cercando di trovare una soluzione”.
E’ un Pastorelli arrabbiato e amareggiato, che ci tiene a precisare ben anche un altro concetto. “Non vorrei che qui si tentasse di scaricare le colpe di quanto sta succedendo a Vi.Fin. e a Pastorelli in particolare, perché non ci sto. Vorrei ricordare a chi ha la memoria corta che la marea di debiti che ha il Vicenza non li ha fatti Pastorelli e la Vi.Fin. e che tre retrocessioni in undici anni sono figlie della gestione di Cassingena. Questo concetto è bene ribadirlo perché non vorrei che qualcuno magari se ne fosse dimenticato”. Proviamo a chiedere se lo strappo può essere ricucito, ma la risposta è solo un secco “mi dispiace per i soci della Vi.Fin.” che non lascia presagire niente di buono. Non resta che attendere ulteriori sviluppi in una vicenda che ogni giorno si ingarbuglia sempre di più.