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Si potrebbe dire che si è alle solite, un film già visto ma forse stavolta l’horror supera le precedenti versioni in quanto (ahinoi…) al peggio evidentemente non c’è mai fine. Che, prima che sul campo, i problemi di questo Vicenza siano a livello societario lo sosteniamo da anni e quello che sta succedendo non fa altro che confermarlo per l’ennesima volta. In questo momento la società fa acqua da tutte le parti, un vuoto di potere e una serie di contraddizioni talmente evidenti che non si può negare perché farlo significherebbe negare l’evidenza. Ma facciamo qualche passo indietro e vediamo cosa è successo da dicembre ad oggi.

La squadra perde pesantemente a Chiavari contro la Virtus Entella e nel dopo gara si evidenzia come, oltre ai problemi della squadra, ci sia una situazione societaria paradossale, una proprietà (Finalfa Srl) che non comanda e una società di imprenditori vicentini (Vi. Fin.) che gestisce l’ordinaria amministrazione mandano avanti la “baracca”. A Radio Vicenza si mette in risalto un vuoto di potere evidente, una società allo sbando, con il tecnico Marino che a precisa domanda glissa rispondendo che lui e la squadra non vogliono cercare alibi. Chi invece risponde deciso e determinato è Sergio Cassingena sulle pagine del Giornale di Vicenza del 21 dicembre 2015 affermando che “è doveroso fare chiarezza altrimenti poi sento che oggi al Vicenza ci sarebbe un vuoto di potere e non si sa chi decide. Sono rimasto perplesso perché invece è tutto chiaro”. Chi ha memoria buona ricorderà che il signor Cassingena, presidente di Finalfa Srl, spiegò come dopo l’accordo con Vi.Fin. tutto era gestito dalla finanziaria vicentina: “Dopo quanto sottoscritto Finalfa non ha più nessun diritto ad inserirsi all’interno del Vicenza” precisando che tutto era gestito da Vi.Fin. fin dall’estate, mercato compreso, quasi scaricando tutte le responsabilità della situazione a Vi.Fin. In questo contesto Cassingena dimentica che il consiglio di amministrazione è sempre quello nominato da Finalfa Srl con Dario Cassingena che ricopre anche la carica di amministratore delegato della società. Insomma la confusione pare evidente, ma per Cassingena è tutto chiarissimo.

Accade però che dieci giorni fa il presidente di Finalfa Srl sia ospite di TVA e, come per incanto, affermi che le decisioni tecniche della società berica vengono prese dall’attuale c.d.a. e che quindi, in particolar modo sul futuro di Marino, la scelta finale spetta a Finalfa Srl. Ma come, se oltre i 50.000 euro di operazioni in entrata e in uscita ci avete detto che serve l’approvazione di Vi.Fin. adesso ci venite a dire che è l’attuale c.d.a. che decide? Ci prendete in giro? Chi pagherebbe lo stipendio a Marino e al suo staff nel caso venisse esonerato? E chi pagherebbe il nuovo allenatore, che riteniamo avrebbe uno stipendio lordo maggiore di 50 mila euro. E coma mai dal “decide tutto Vi.Fin.” si è passati alle decisioni (almeno tecniche) le prende l’attuale c.d.a. nominato da Finalfa Srl?

Ma sentite questa: a dicembre a precisa domanda sui suoi contatti con i giocatori del Vicenza, Cassingena risponde -nello stesso articolo già riportato- che “vado a cena come persona fisica, resto un tifoso e credo di poter andare a mangiare dove voglio. Magari scambio qualche parola con i giocatori, ma sia chiaro che se chi oggi amministra il Vicenza dovesse chiedermi di non farlo, per un gesto di cortesia mi adeguerei”. Bene, preso atto. Ma allora come mai signor Cassingena lei è spesso al centro tecnico di Isola Vicentina dove, converrà, i giocatori è difficile non incontrarli, e come mai è andato a parlare alla squadra negli spogliatoi dopo la sconfitta di Crotone? Ci faccia capire, perché a noi (e ci creda, non solo a noi…) la cosa pare tanto ridicola quanto paradossale. Ma le perle non finiscono qui. Vogliamo parlare del “i presidenti servono solo a dare i premi ai giocatori per soddisfare il loro ego“? Un presidente con una società solida alle spalle ha un valore importantissimo, determinante nelle sorti di una società, soprattutto calcistica, e non solo per gli aspetti prettamente economici (e qui a Vicenza ci sono quasi 15 milioni di debiti …) del club. E’ importante anche per tenere una SINCERA comunicazione con la tifoseria e ha il difficile ma fondamentale compito di lavorare a stretto contatto con la squadra per far sì che quando inizia la partita, quando contano solo i giocatori in campo, sia stato fatto il massimo perché questi rendano al meglio. Un esempio, di questo campionato, viene da Lanciano. Squadra data per spacciata in campo, stipendi non pagati e conseguenti penalizzazioni, e società in vendita. Arriva però la svolta; la famiglia Maio decide di non mollare, comunica in conferenza stampo che resta e lancia la sfida, uniti ce la possiamo ancora fare. L’ambiente si ricompatta, la squadra riparte e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

L’ultima considerazione la dedichiamo al “Abbiamo un buon rapporto con gli arbitri grazie al lavoro del dottor Prandoni…“. Ci sarebbe da ridere per non piangere, ma anche qui è tutto spiegabile. Il Vicenza attuale oltre alle evidenti difficoltà tecniche, è una società debole, che ha una parvenza di presenza, tanto che il suo potere “politico” è quasi inconsistente. La lunga serie di errori/orrori arbitrali evidenti a tutti, ne è la logica conseguenza perché questo accade da sempre avverso ai deboli, e in tutti i campionati. Ci fermiamo qui, con una considerazione finale. Le intenzioni di Vi.Fin., come dichiarato da Marco Franchetto, sono finalmente chiare e solo con la serie B questa società si può salvare. In questo contesto la nostra idea è quella che la tifoseria continui, come ha sempre fatto, a fare la sua parte restando vicina alla squadra durante le gare, lasciando spazio (sperando non serva) alla contestazione a partita finita come già accaduto dopo la gara con la Pro Vercelli. Perché, purtroppo, in Lega Pro o peggio in serie D, retrocederemmo noi tifosi che non ce lo meriteremmo proprio.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net