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Gentile Redazione,

alcune considerazioni a margine della mail “ Cristallini e Schwoch colpevoli quanto Cassingena”.
Lo staff dirigenziale è stato scelto dalla proprietà e quindi anche da Cassingena. Chi è al vertice di una società o azienda non ha tutte le colpe, ma ha tutta la responsabilità di ciò che succede a quella società o azienda. Gli hanno chiesto di andarsene, ma lui doveva rimanere sulla nave fino alla fine. Se credi in ciò che stai facendo, non te ne vai perché te lo chiede la folla.
Se non poteva restare per motivi di salute o di lavoro, doveva andarsene con stile e serietà, presentandosi alla stampa e spiegando i motivi.
Ci ha messo la faccia nel senso che è andato qualche volta in tv, ma non ha spiegato nulla (non sappiamo neanche chi sono i proprietari del nostro Lane, ma vi rendete conto?).
In troppe circostanze la presidenza Cassingena è stata ondivaga e titubante, non ha saputo gestire i rapporti con i tifosi e con la gente. Non è circondato da persone competenti? Benissimo, ma chi le ha volute queste persone? Chi le ha scelte?
Forse però noi tifosi dovremmo domandarci anche dove sia finita in questi otto anni l’imprenditoria vicentina. Se il miglior prodotto è stata questa proprietà, forse abbiamo un problema in più all’orizzonte. Io ringrazio il dott. Cassingena e i suoi soci per aver a suo tempo riportato il Vicenza “a casa”, registro tuttavia una successiva gestione fallimentare.
Non solo per gli errori commessi, che ci possono anche stare. Ma soprattutto per la mancanza di stile, fermezza, serietà, comunicazione sotto la sua presidenza. Mi direte che è solo forma. Ma la forma è sostanza, è l’abito con cui vestiamo la nostra credibilità.
E la credibilità, una volta nuda, se ne va, scappa, senza dare spiegazioni. Torno, infine, ad appellarmi ai ragazzi della squadra. Impegnatevi, sforzatevi in queste quattro o sei partite di dare quello che avete, poco o tanto che sia. Per questa gente che vi sosterrà in campo fino alla fine. Per questi colori, che hanno onorato tante volte in 110 anni lo sport che amate e che vi ha reso ricchi e famosi.
Soprattutto per voi stessi, per dimostrare che credete nella passione che muove questo mondo, nell’amore per ciò che si fa. Per dimostrare che anche gli errori commessi, i rigori sbagliati, quelli non tirati, gli sfoghi sui microfoni, l’inconsapevole sbruffoneria sono figli dell’attaccamento, del troppo ardore per la maglia più bella.

Forza Lane.

Roberto – Vicenza

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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