Dire che adesso siamo ad un passo dal baratro è la dura, triste realtà. In via Schio c’è chi dovrebbe battersi il petto per le nefandezze combinate in questi anni di gestione e, se non fosse per 110 anni di gloriosa storia del Vicenza e per i suoi fantastici tifosi, saremmo i primi a lasciare andare la barca dove è logico che vada, cioè a picco. Di errori ed orrori in queste ultime stagioni ne sono stati commessi molti ed è buffo che i vertici del Vicenza abbiano sempre cercato di imbavagliare chi, come noi, stava solo cercando di criticare lo stato delle cose in maniera costruttiva. Ingaggiare due tecnici che non allenavano da anni è stato l’errore più grave della stagione, quello che di fatto ha poi complicato un quadro già di per sé molto difficile. Singolare poi il fatto che, mentre la parte tecnica aveva pubblicamente dichiarato di voler ingaggiare un allenatore giovane ed emergente, e dopo aver seguito e contattato i vari Mangia, Pea e Dionigi in primis, siano arrivati a Vicenza prima Silvio Baldini e poi Luigi Cagni, che di giovane ed emergente non hanno nulla. Di Baldini ricordiamo solo (ma il tecnico toscano ne ha commessi tanti) l’errore di aver incredibilmente sopravvalutato la squadra pompandola a dismisura in ritiro a Gallio, fino a render di marmo le gambe dei giocatori. Di Cagni, invece, inizialmente la furbizia e l’abilità di sfruttare al meglio il lavoro atletico del suo predecessore, successivamente il gravissimo errore di non accorgersi che la benzina nelle gambe dei giocatori stava pian piano finendo e l’incapacità di trovare un rimedio a frittata fatta. Tesi inconfutabile, visto che Cagni, dopo aver centrato nel 2012 quattro punti in nove partite, ha lasciato a Beghetto una squadra che a livello fisico è in uno stato pietoso. I crampi di tanti biancorossi (già all’ora di gioco!) ne sono l’impietosa conferma. E se uno di questi è Nicola Rigoni, noto per le sue doti atletiche, il quadro non lascia dubbi. Beghetto si è preso l’incarico di tentare di curare un malato che gli hanno consegnato in coma, con la speranza che lo stato non sia irreversibile. Insomma una situazione disperata, e l’unica dichiarazione seria del post partita ieri sera l’ha rilasciata Alex Pinardi, quando ha sostenuto che quella di sabato prossimo a Bergamo, contro l’Albinoleffe, è l’ultima spiaggia. Che sia così è innegabile, perché se non si torna con dei punti dalla trasferta lombarda le speranze di salvezza del Vicenza sarebbero poi lasciate solo alla matematica. In questa delicatissima situazione c’è qualcosa a cui aggrapparsi? Senza dubbio, ed è la componente sana, il cuore pulsante del Vicenza. Per definire i tifosi biancorossi non ci sono più aggettivi, anche ieri sera hanno incitato fino alla fine, non hanno mollato mai, ci hanno creduto fino al novantesimo. In cuor loro sanno che il pericolo lega Pro è più che reale, ma c’è da scommettere che lotteranno fino all’ultimo respiro, a sostegno di quei meravigliosi colori biancorossi che hanno nel cuore. Comunque vada chi potrà andare a testa alta saranno loro, impossibile che in via Schio altri possano fare lo stesso.
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