Insomma, il Varese si è preso molto a cuore la questione morale, ma lo ha fatto anche per tutelarsi, come spiega il patron: «Il mio club – dice Rosati – vuole diventare apripista nel campo dell’etica. Il calcio scommesse non ci ha colpito, siamo puliti e desideriamo continuare a esserlo. Devo mettere al riparo il più possibile la società da eventuali colpi di testa da parte di tesserati impazziti».L’avvocato Amirante entra nel dettaglio, chiarendo i punti del codice etico: «La Lega di B impone ai club di “alfabetizzare” i propri giocatori. Bisogna spiegare ai calciatori quali sono i loro doveri. Domenica, c’è stata una riunione nello spogliatoio con tutti i biancorossi a cui ho ricordato che il divieto di scommettere è tassativo per loro, anche quando si tratta delle puntate consentite dalla legge e relative ad altri campionati, magari stranieri. Chi viene a conoscenza di fatti illeciti è obbligato a segnalarlo alle autorità per non incorrere nell’omessa denuncia».