Il Vicenza nei primi 45 minuti è una formazione senza capo né coda, subisce il solito gol su palla inattiva e, a complicare ulteriormente le cose, Zanchi si fa cacciare per un fallo a metà campo. Insomma un disastro su tutti i fronti, e niente lascia pensare che la giornata non sia destinata ad una sconfitta pesantissima che avrebbe avuto in classifica ripercussioni, sportivamente parlando, quasi drammatiche.
Nel secondo tempo, complice un Albinoleffe che nelle ultime sette gare ne aveva perse sei, e che mancava di cinque titolari, il Vicenza risorge. Segna subito Paolucci che oltre alla rete ha corso tanto rendendosi utilissimo anche in fase di chiusura sulle impostazioni della difesa celeste, poi Frison fa una parata straordinaria (apprezzata più dalla stampa nazionale che locale, ma questa è la solita storia, vero presidente Cassingena?) sul solito Laner e allora ci pensa bomber Elvis a segnare una rete da vero attaccante di razza. Cagni azzecca l’inserimento di Rigoni e Soligo che entrano bene in partita indossando l’elmetto e dando peso e sostanza ad un centrocampo chiamato, con il Vicenza in vantaggio, più che altro a rompere l’azione avversaria. Alla fine il triplice fischio finale è accolto dal pubblico biancorosso come una liberazione, come da chi ha visto l’Inferno e ne è uscito quasi miracolosamente.
La gente biancorossa ancora una volta ha dimostrato quanto sia infinito l’amore per questi gloriosi colori. Ha sofferto incredula nel primo tempo davanti ad una prestazione incommentabile, ma si è subito schierata al fianco della squadra non appena ha capito che l’impegno, la grinta e la determinazione di chi vestiva la maglia del Vicenza erano massimali. Alla fine la tifoseria vicentina ha capito che, ancora una volta, la parola d’ordine della stagione del Vicenza sarà “sofferenza” per centrare un’altra salvezza nel torneo cadetto.
Altro che “l’entusiasmo” sbandierato ai quattro venti in estate dal presidente Cassingena, la realtà è ben diversa, la solita degli ultimi anni. Ma ormai è ben chiaro a tutti che con questa proprietà, squattrinata e senza un vero progetto, niente potrà mai cambiare. Se ne sono accorti anche grandi firme del giornalismo nazionale quali Pedullà e Padovan che di calcio ne sanno e che hanno capito l’aria che tira in via Schio. Ancora una volta quindi non ci resta quindi che sperare nella permanenza in serie B (tutta da guadagnare), ma questa tifoseria merita di più.