Era il 2 luglio 2012 quando Finalfa srl bocciò la proposta di acquisto formulata dall’avvocato Massone in quanto, citiamo testualmente, “ la proposta ricevuta non è stata giudicata idonea dagli Istituti bancari di riferimento “. L’avvocato romano chiese subito una pubblica smentita, minacciò strascichi legali portando avanti le sue ragioni che trovarono positivo riscontro con un altro comunicato di Finalfa srl il 17 novembre, in cui la società proprietaria della maggioranza delle quote del Vicenza Calcio Spa ammetteva che in effetti “ l’’offerta di acquisto delle quote del 70% delle azioni del Vicenza Calcio spa, formulata dall’Avv. Angelo Massone non ha subito il veto da parte degli istituti bancari di riferimento, ma nel frattempo è decaduta “. A distanza di un paio d’anni ci risiamo. La nota di Finalfa srl sa tanto di salvataggio in angolo quando la linea difensiva è in grave difficoltà. Da qualsiasi parte la si guardi resta un pastrocchio di una società che ha scritto l’ennesima triste pagina in cui si conferma come la disorganizzazione, e l’incapacità di comunicazione siano lacune conclamate negli anni. Con chi abbia parlato lo renderà noto l’avvocato Atzeni che però fin d’ora possiamo supporre che non abbia incontrato il primo che passava fuori dal portone del Menti, e che non abbia scambiato mail e documentazione con la segreteria (con tutto il dovuto rispetto). Se c’è un advisor delegato alle vicende relative alle trattative finalizzate alla cessione del club, perché chiunque venga contattato in via Schio non rimanda a chi di dovere il potenziale acquirente? E come mai l’avvocato Atzeni è in possesso di documentazione assolutamente riservata se più che di una trattativa si è solo ad un sondaggio come sostiene la nota di Finalfa srl? La realtà è che siamo di fronte ad un altro guazzabuglio, ad una confusione di ruoli che in via Schio non sono mai riusciti a risolvere. E che la replica, già preannunciata, dell’avvocato Atzeni potrebbe arricchire con fatti e particolari che potrebbero richiedere a breve, come accadde nel novembre del 2012, un altro comunicato di Finalfa srl per smentire quanto riportato oggi. Sarebbe grave, ma in fondo ci sarebbe poi tanto da stupirsi?
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