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La conferenza stampa di presentazione di Andrea Beghetto:

Matteassi: “Abbiamo preso Andrea in prestito fino a fine stagione dal Pisa, è un esterno mancino classe 94′.  E’ venuto qui con molto entusiasmo, ha accettato subito la nostra chiamata e noi siamo molto felici di averlo portato a Vicenza. Mercato? Penso che per noi sia finito, quello che volevamo fare l’abbiamo fatto, potremmo dare qualche possibilità a qualche giovane di andare a giocare. Rauti? È un giocatore importante per noi e non vogliamo darlo via. Noi con l’acquisto di Beghetto e i ritorni di Ferrari e Ronaldo siamo a posto. Rinnovi? Parleremo con qualcuno”.

Beghetto: “Ringrazio il direttore per la chiamata. Questa per me è una una piazza importante e come sapete ho dei trascorsi familiari importanti qui. So cosa vuol dire giocare qui, e per me è un onore”.

Papà Massimo come ha preso la trattativa?

“Il papà è stato entusiasta, mi ha sempre raccontato cose positive di Vicenza”.

Cosa ti ha convinto a venire qua?

“E’ bastata la chiamata. Da piccolo vedevo le VHS delle partite del Vicenza. La trattativa è stata una cosa velocissima e sono molto contento. Per me qui è essere a casa anche se sono nato a Perugia“.

Ci racconti l’esperienza di Lecco?

“Arrivavo da un grave infortunio, sono stato fermo un anno e mezzo. Voglio ringraziare comunque mister Baldini e la società perché mi sono stati tutti vicino, siamo partiti con entusiasmo poi c’è stato il cambio dell’allenatore e quando le cose non girano bene è tutto un po’ più difficile. Ora però sono qui e so dove sono venuto, so per cosa si lotta e non vedo l’ora di cominciare”.

Come hai trovato il gruppo?

Sicuramente positivissmo; c’è voglia di vincere e quando è così devi solo adattarti e seguire subito cosa ti chiede il mister per entrare nei meccanismi. I compagni mi hanno fatto sentire subito a casa”.

In cosa potrai dare il tuo contributo?

“Questo modulo esalta le mie caratteristiche, gli anni migliori li ho fatti giocando a cinque da esterno di fascia. So che trovo un giocatore importante nel mio ruolo ma la competizione porta ad avere risultati migliori la domenica”.

Ti è mai capitato di aver un obiettivo e dover rincorrere?

“Ho vissuto sia lo stare sopra sia lo stare sotto, preferisco rincorrere perché se vieni ripreso è più difficile mentalmente ripartire. Mi è capitato anche a Frosinone. Siamo a -8 ma solo con il lavoro e tenendo alta l’intensità si può fare bene. Sono positivo”.

Numero di maglia?

“13, è il numero con cui ho iniziato in serie B alla Spal e dove sono andato l’ho sempre ripreso”.

L’Alcione come si affronta?

“È una squadra con una sua identità, ha entusiasmo e va affrontata in modo attento perché ha personalità, però penso che noi dobbiamo giocare con tutti a testa alta”.

Hai ricordi del “Menti” di quando eri bambino?

“Mi ricordo che entrai allo stadio in braccio a papà quando il Lane venne promosso in serie A”.

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