Dalle stelle alle stalle. Un “modo di dire” che potrebbe ben definire la situazione di Michael Liguori, attaccante del Padova, che domenica ha deciso all’Euganeo il match, permettendo alla sua squadra l’allungo in classifica (+5) sul L.R Vicenza.
In serata la notizia riportata dalle principali testate giornalistiche (Il Mattino di Padova, la Gazzetta dello Sport) ha reso noto che il Tribunale di Teramo ha deciso di condannare in primo grado ad una pena di tre anni e quattro mesi l’attaccante di San Benedetto del Tronto a causa di una presunta violenza sessuale che sarebbe stata commessa da Liguori all’età di 19 anni. Come riporta la Gazzetta dello Sport, la decisione del Tribunale di Teramo è legata ad una denuncia presentata da due ragazze, che all’epoca dei fatti avevano 16 e 14 anni e mezzo, contro Liguori ed un amico con cui avevano trascorso la serata ad Alba Adriatica.
La Gazzetta dello Sport riporta testualmente:
I fatti risalgono al 2018, quando Liguori era appena uscito dal settore giovanile del Pescara per tentare l’avventura al Notaresco, in Serie D. Assieme a un amico, anch’egli a processo e condannato in primo grado alla stessa pena, aveva dato appuntamento a due ragazze per una serata ad Alba Adriatica. Secondo l’accusa, i due avrebbero abusato delle due minorenni, all’epoca dei fatti di 16 e di 14 anni e mezzo. Dopo quella serata le due ragazze hanno presentato denuncia e da lì sono partite le indagini che hanno portato alla sentenza, trapelata nella serata di ieri dal momento che il club veneto aveva mantenuto un rigidissimo riserbo sulla questione. L’avvocato Mauro Gionno, legale di Liguori e dell’amico, ha annunciato il ricorso, sostenendo che non c’è stata alcuna violenza e tantomeno alcuna minaccia quella sera.
“Sì, faremo ricorso una volta lette le motivazioni, in quanto questa sentenza è del tutto inaccettabile e siamo certi di poter dimostrare l’innocenza di Michael e dell’altro mio assistito”.