La sconfitta subita contro il Renate, la seconda consecutiva dopo quella maturata a Vercelli, certifica il momento difficile della formazione guidata dal tecnico Aimo Diana che fino alla vittoria interna contro l’Atalanta under 23 aveva, seppur faticosamente, mostrato segnali di crescita di partita in partita. Le due sconfitte consecutive sono arrivate quindi quando un pò tutto l’abiente si attendeva un ulteriore “scatto” in avanti del Lane in quel mese di ottobre che assume una grande importanza nel futuro del campionato dei berici. Niente di decisivo per carità, ma è chiaro che dopo due sconfitte contro la Triestina e il Padova non puoi permetterti un ulteriore passo falso pena il veder aumentare il distacco dalle due concorrenti nella corsa al vertice della graduatoria. Le due battute d’arresto portano preoccupazione anche perchè il tecnico biancorosso aveva annunciato una partenza che poteva presentare qualche difficoltà, ma allo stesso tempo aveva lasciato intendere che il lavoro fatto avrebbe permesso alla squadra dopo sette, otto giornate di migliorare il rendimento e di seguito le prestazioni. Purtroppo giunti all’ottava giornata si deve prendere atto che la squadra sta facendo fatica a sviluppare una manovra fluida, la palla gira lenta, i ritmi e l’intensità sono bassi, e di conseguenza anche le linee di passaggio in verticale latitano consentendo agli avversari di chiudere gli spazi con relativa facilità. Se sia un problema di modulo, di schemi, oppure di calciatori, spetta a mister Daina stabilirlo e provvedere a trovare le soluzioni per migliorare le prestazioni e i risultati del Lane. Del resto l’organico costruito dalla dirigenza su precise indicazioni del tecnico bresciano consente di pescare da una panchina in cui siedono molti calciatori che sarebbero titolari in quasi tutte le squadre del girone nell’ottica di un cambio ruolo per ruolo che di cambiamento di modulo.
Fatta questa premessa, e preso atto del momento complicato della squadra, la situazione è da gestire con la massima attenzione senza però fare drammi e pensare che ad ottobre il campionato del Lane rischia di veder sfumare l’obiettivo di vincere e tornare in serie B. Nel calcio ci vuole equilibrio perchè il nervosismo e l’ansia non fanno altro che peggiorare il contesto negativo. E a confermarlo, se ce ne fosse bisogno, basta girarsi indietro e guardare quello che succedeva un anno fa all’ottava giornata di campionato. Nel girone A in cima alla classifica c’erano il Sangiuliano City, al termine della stagione addirittura retrocesso in serie D, e il Renate primi a quota 15, con Pordenone, Novara, Padova e Lecco a quota 14. La Feralpisalò, promossa direttamente in serie B, settima a quota 13, con i biancorossi guidati da mister Francesco Baldini a quota 11 insieme a Pro Vercelli e Pergolettese. E se si guarda al girone B in cui militava la Reggiana guidata da mister Diana, si nota come i granata avessero 18 punti, frutto di sei vittorie e due sconfitte (1-0 a Siena e 5-0 a Fiorenzuola ndr), con il Cesena e la Virtus Entella arrivate alla 38esima giornata appena dietro (due punti ndr) alla formazione granata che erano rispettivamente a quota 12 e 14. E c’è da segnalare che alla nona giornata la Reggiana veniva sconfitta in casa dal Cesena subendo la terza sconfitta in nove turni, stop dal quale è partita una lunga striscia di risultati positivi che ha portato la Reggiana a vincere il campionato con 81 punti, ottenuti con 24 vittorie, 9 pareggi e 5 sconfitte.
Numeri che valgono senza dubbio più per le statistiche che per altro, ma che mostrano che ribaltare la situazione è assolutamente possibile. Il Lane inoltre dispone di un organico costruito su precise indicazioni di mister Diana, con un gruppo di calciatori che per esperienza e valori tecnici non hanno eguali in categoria. Serve però mettere in campo grinta, determinazione, la giusta umiltà, e la voglia di vincere almeno pari agli avversari perchè in serie C non vinci solo per il blasone e la storia della società; i valori tecnici fanno la differenza quando in campo corri tanto quanto l’avversario, che dà tutto dal punto di vista agonistico proprio perchè sa che tecnicamente è inferiore. Spetta adesso quindi ai calciatori che scendono in campo confermare e dimostrare il loro valore, il loro potenziale, ed in questo deve essere attenta e brava anche la società e la dirigenza lavorando dal lunedì fino al giorno della partita per far si che i giocatori si preparino al meglio e capiscano cosa vuol dire indossare la maglia biancorossa. E non si parli di pressione e di altre scemenze del genere: Vicenza ha tutte le componenti che servono per fare calcio, c’è un pubblico competente, che ti lascia lavorare in tranquillità e che, al massimo, fischia la squadra a fine partita quando gioca male e perde. Perchè come diceva l’indimenticabile Giancarlo Salvi, Vicenza è la piazza ideale per un calciatore per esprimersi al meglio, e di conseguenza niente scuse, zero alibi e che a parlare siano i risultati del campo.