Iacobucci 5: buona prestazione tra i pali, incerto nelle uscite. Ha sulla coscienza il secondo gol dell’Arzignano
Valietti 4.5: due tre dei tre gol subiti portano la sua firma. Perde nettamente il confronto con il giovane Lattanzio. Impalpabile il suo contributo in fase offensiva
Pasini 5,5: il meno responsabile sui gol subiti, sfiora il gol con una girata in area di rigore nella ripresa
Cappelletti 5: perde la marcatura sull’attaccante in occasione del secondo gol dell’Arzignano
Ndiaye 4: dimostra di non aver metabolizzato il passaggio alla difesa a quattro e il cambio di ruolo. Come Valietti, mette la firma (in negativo) su due dei tre gol subiti. Mai incisivo in fase offensiva
Cavion 4,5: perde colpevolmente Antoniazzi in occasione del primo gol dell’Arzignano. In fase offensiva non si vede mai e si conferma lontano parente del giocatore ammirato lo scorso anno (dal 63′ Rolfini 5,5: ci prova più degli altri subentrati, ma non è abbastanza per abbattere il muro eretto da Saio e compagni)
Ronaldo 5,5: prova a mettere ordine nel caos totale che è la manovra offensiva del Vicenza, ma non trova collaborazione da parte dei compagni. Pregevole la verticalizzazione per il secondo gol di Ferrari
Greco 6: partita generosa, impreziosita da un sinistro da fuori che costituisce uno dei pochi squilli del match. (88′ Zonta s.v. pochi minuti in cui non lascia il segno, né in positivo né in negativo)
Dalmonte 6: uno dei pochi a crederci sul serio e a provare a creare scompiglio ad una difesa ospite apparsa alquanto inoperosa per buona parte del match (78′ Della Morte 5: pronti via, ed è subito ammonito. In un finale da superiorità numerica, il suo apporto alla causa, ammonizione a parte, è stato impercettibile)
Ferrari 7.5: due gol frutto di azione individuale, da centravanti vero, e un’espulsione procurata. Più di così non poteva fare
Stoppa 6: come Dalmonte, prova a suonare la sveglia mettendosi in proprio, ma viene scarsamente supportato da terzini e mezzali (78′ Giacomelli 5: entra in un momento difficile della gara, in cui la squadra ha già mollato mentalmente, ma nonostante l’inferiorità numerica non crea mai un guizzo che possa riaccendere la contesa)
Thomassen 5: le colpe di questa situazione non sono certo sue, che si ritrova catapultato su una panchina che non dovrebbe competergli per mancanza di alternative più che per meriti sul campo. Lodevole la volontà di irrobustire il centrocampo per dare più equilibrio alla squadra, ma non si possono accettare le dichiarazioni nel post partita secondo cui la mancanza di gioco è giustificabile in quanto compensabile dalle giocate del singolo. Il passaggio alla difesa a quattro non ha risolto i problemi difensivi confermando come nell’organico manchino di fatto terzini di ruolo, e sottolineando ancora una volta come dietro la coperta sia corta e che la perdita del difensore più forte, Ierardi, sia stata molto pesante. Urge trovare una soluzione alla svelta alla mancanza di gioco palesata nel girone di ritorno dalla squadra, altrimenti l’avventura nei play-off rischia di avere durata breve. Criticabile anche la gestione dei cambi, apparsi tardivi e non incisivi, in linea con i suoi predecessori.