Durante la conferenza stampa di presentazione di Cataldi e Jimenez, è intervenuto anche il direttore sportivo del club berico Federico Balzaretti:
“Abbiamo scelto di far fare ai ragazzi un percorso pluriennale perché siamo un club che vuole formare i giocatori. Sono ragazzi con grande volontà e di personalità, va dato il tempo necessario per crescere. Vogliamo giocatori coraggiosi, che rischiano. L’età non è la caratteristica che crea il valore del giocatore, poi è chiaro che ci voglia un mix.
Maggio e Cavion? Sono due situazioni in piedi. A centrocampo siamo messi molto bene, è chiaro che Cavion per quello che rappresenta, per il senso di appartenenza, è un giocatore che risponde a determinati requisiti e sarebbe un valore aggiunto. Per quanto riguarda gli esterni, abbiamo volutamente degli elementi abbastanza offensivi, l’idea nostra e del mister è di portare qualità negli ultimi trenta metri. Tuttavia, un esterno con caratteristiche più difensive effettivamente manca e potrebbe arrivare.
Desplanches? Dipende dalle evoluzioni che ci saranno. È un ragazzo che ci piace, è molto bravo con i piedi e nelle uscite.
La situazione in attacco? Vediamo gli sviluppi, stiamo facendo delle riflessioni. Sono tendenzialmente un direttore sportivo che ha grande fiducia nei giocatori a disposizione e credo molto nei due ragazzi che abbiamo, Alessio e Busatto. Nei prossimi giorni, comunque, ci sarà il modo di capire e saremo sicuramente vigili sulle opportunità che ci saranno.
Se è facile lanciare i giovani in serie C? È una sfida, non è facile. È inutile parlare di coraggio, se il direttore sportivo non ha coraggio. È inutile chiedere di valorizzare i ragazzi, se poi non abbiamo il coraggio di farlo. Dobbiamo aspettarli, chiaramente sbaglieranno ma portano entusiasmo e forza ed inviterei tutti agli allenamenti per vedere la velocità e i ritmi della squadra. L’errore è l’ultima cosa che guardiamo, quello che non deve mancare è l’attitudine, la continuità. Poi l’errore, le sbavature ci saranno sempre perché fanno parte del calcio e si lavora per farne il meno possibile”.