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Ti presenti un po’ tu?

“Sono Franco Ferrari. Vengo da Rosario, Argentina. Sono qui già da due/tre settimane e mi sono trovato in un ambiente sereno. Il Mister ci insegna tanto e sono veramente contento. Sono un attaccante di area, mi piace anche uscire ma la cosa che più mi piace è fare tanti goal.”

Il soprannome “Loco” come nasce?

“Me l’ha messo mia madre quando ero piccolo. Quando te lo dicono da piccolo, poi rimane per sempre. Ora sono più tranquillo.”

L’anno scorso hai fatto tanti goal con il Pescara, eri nello stesso girone di Rolfini che ne ha fatti tanti con l’Ancona e quest’anno vi siete ritrovati insieme. 

“E’ una bella cosa. E’ un giocatore molto forte e mi fa piacere averlo a fianco. Siamo stati due capocannonieri e abbiamo stabilito un bel rapporto.”

Siete compatibili anche dal punto di vista tecnico in campo?

“Sì, ci completiamo a vicenda. E’ una cosa molto bella.”

Cosa ti aspetti da questa nuova avventura con il Vicenza?

“Mi aspetto di salire subito. E’ quello che vuole tutta la piazza e quello che vogliamo noi. Lavoriamo per questo.”

A parte i goal, cosa pensi di poter dare alla squadra?

“Mi piace caricare la squadra da tutti i punti di vista, soprattutto sull’essere sempre aggressivi.”

Al Menti non avevi mai giocato. Come ti sei trovato?

“E’ molto bello. E’ uno stadio molto simile allo stile inglese, con i tifosi vicini al campo. La gente ti dà la carica. E’ una cosa di cui in C c’è bisogno.”

Si parte per provare a vincere un campionato. Questo crea molte aspettative e molte pressioni. E’ una cosa di cui siete consapevoli?

“Certo, ne siamo consapevoli. Quando si viene a giocare in queste piazze bisogna cercare di vincere e puntare sempre in alto.”

Da un punto di vista tattico il Mister, per ora, ha impostato due moduli. Ce n’è uno che tu preferisci?

“La cosa bella è che con tutti e due mi trovo bene. E’ una cosa importante.”

Hai già conquistato una promozione dalla C alla B quando eri a Como. Si dice che una delle ricette per fare il salto di categoria sia quella di avere un gruppo unito. Voi siete molti nuovi, come sta procedendo?

“Molto bene. La cosa più importante e fondamentale è fare gruppo. Qui i ragazzi sono eccezionali, lavorano tutti e non si vede nessuno che non è sul pezzo.”

Fisicamente hai una struttura importante, ma ti manca ancora qualcosa per essere al top. 

“Stiamo lavorando tanto. Delle volte facciamo le amichevoli per provare la parte tattica, ma ci arriviamo con tanto lavoro dietro. Per questo alle volte arriviamo con una corsa in meno, ma è giusto che avvenga in questo momento dell’anno.”

L’ambiente di Vicenza vive la serie C con sofferenza. Personalmente tu come la vivi?

“Io dove sono ora sono contento, ma voglio sempre di più e il massimo. Se sono qua un motivo c’è. Non bisogna mai accontentarsi e puntare sempre in alto.”

Da ragazzino avevi un attaccante di riferimento a cui ti ispiravi?

“Totti, lui è sopra tutto.”

Hai dei tatuaggi abbastanza visibili. Ce n’è qualcuno di particolarmente importante?

“Tutti hanno un significato speciale. Quello che ne ha di più è quello sulla mano. E’ per mia madre, con il suo soprannome “Mara”.”

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