Grandi 5,5: Non deve compiere interventi di rilievo e subisce il gol al primo tiro in porta (un dejavu). Almeno un paio di cross, per fortuna senza conseguenze, sfilano indisturbati attraversando l’area piccola che dovrebbe essere territorio di sua pertinenza
Maggio 5,5: La pressione che riesce a mettere sulle difese avversarie oltre la metà campo è di ben altro stampo, rispetto ad altri interpreti del ruolo visti in questa stagione. Dietro però lamenta qualche titubanza di troppo e l’intesa di reparto è sicuramente da perfezionare
Brosco 5,5: Coinvolto (non da protagonista principale) nel pastrocchio difensivo sul gol del Crotone, va a prendersi una ammonizione evitabilissima che gli costa la presenza in campo nella ripresa e la trasferta di Benevento (dal 45′ Padella 6: Nel secondo tempo il Crotone limita le apparizioni in avanti e lui fa il suo senza grossi errori)
De Maio 4,5: E’ arrivato a Vicenza con l’idea di essere pilastro difensivo e invece spesso appare più che altro l’anello debole: Maric se lo porta a spasso come un novellino qualsiasi e in occasione dell’azione del pari la marcatura sul croato è discutibile. Non convince nemmeno in fase di impostazione dove lanci e scelte sono spesso infelici ma magari gli viene richiesto qualcosa che non fa parte delle sue corde
Crecco 5: Mette l’angolo che Schnegg maldestramente infila nella sua porta e in generale si fa apprezzare sui calci piazzati ma dietro balla pericolosamente e si perde inspiegabilmente Marras, su cui era di metri in vantaggio, nell’azione del pari calabrese
Cavion 5: Prestazione poco più che anonima per il centrocampista vicentino che sembra stia rifiatando dopo un lungo tour de force iniziato dal giorno del suo arrivo a gennaio (dal 57′ Boli 4: finora non ha dimostrato chissà che qualità particolari e viene da chiedersi se c’è bisogno di andare all’estero per prendere giocatori di questo tipo. Nel dopo partita si rende pure protagonista di un antipatico battibecco con alcuni tifosi)
Bikel 5,5: Lasciato solo tra i flutti del centrocampo crotonese viene preso in mezzo e annaspa al limite del naufragio. Rimane a galla con le doti di combattività che gli appartengono
Diaw 5: Esistono centravanti che con mezza palla gol ti fanno vincere una partita. A lui non ne bastano almeno due pulite per far male alla difesa ospite
Ranocchia 5,5: Si torna su temi ormai ritriti; è un giocatore che in un altro contesto probabilmente farebbe la sua porca figura. Qui è costretto a inventarsi leader di una squadra che sembra impaurita dalla sua stessa ombra. Lui ci prova ma gli riesce a momenti alterni
Giacomelli 5,5: L’unico acuto della sua partita è l’assist che Diaw sciupa calciando la palla addosso a Festa. Poi poco altro. (dal 57′ Dalmonte 5: Più di mezz’ora in campo con praticamente nulla da segnalare)
Teodorczyk 5: Inizialmente gli viene attribuito il gol ma solo per “vicinanza”. Cerca di fare un lavoro di raccordo che però tecnicamente non sembra appartenergli e con la munita difesa ospite ne prende poche. (dal 65′ Meggiorini 5,5: in mezz’ora ha sui piedi almeno due palle gol per cambiare l’inerzia del match e non le sfrutta a dovere ma rimane la sensazione che davanti sarebbe sicuramente più utile di altri)
Brocchi 4,5: Dopo la scoppola rimediata a Brescia si sperava di vedere ben altra squadra in uno scontro diretto come era quello con il Crotone. Invece i calabresi hanno dimostrato una chiarezza di idee e un gioco di squadra complessivamente superiori a quelli messi in campo dai biancorossi. Oltre il cinquanta per cento del possesso palla in mano agli ospiti, rimasti in dieci (fonte Sky) la dice lunga su quanto (male) abbiano sfruttato l’uomo in più Giacomelli e compagni. I continui cambiamenti di modulo visti non sono serviti perché di fatto la sua squadra ha continuato a giocare sempre allo stesso modo monocorde: lanci lunghi per smarcarsi dal pressing avversario, ma facili preda di una difesa avversaria che mediamente viaggiava sul metro e novanta pro capite. Qualche lampo in avanti, peraltro sciupato come non si dovrebbe, non salva una prestazione che, i tifosi non hanno mancato di sottolineare, non ha convinto nemmeno e soprattutto sotto l’aspetto volitivo. Una squadra che, troppe volte in questo campionato, ha dato l’impressione di non volersi mettere la tuta e sporcarsi le mani ma di ritenersi in grado di superare l’avversario solo attraverso una eventuale superiorità tecnica, che però non viene mai messa in evidenza se non con una sterile e lenta fase di palleggio. Insomma, dopo la vittoria con l’Ascoli e la pausa che in teoria doveva permettere di recuperare energie fisiche, ci si aspettavano cose ben diverse in vista del rush finale e all’orizzonte c’è un Benevento in gran fiducia, che in questo momento per il Lane potrebbe avere gli stessi effetti dell’iceberg per il Titanic.
(foto: Il Giornale di Vicenza)