Ds Balzaretti: “Buonasera a tutti. Diamo il bentornato a Christian. Vi racconto com’è nata la trattativa: avevamo ancora un posto in lista disponibile visto che Taugourdeau non era stato inserito per problemi fisici che tutt’ora ha, e visto l’infortuni di Cappelletti e di Pasini siamo andati sull’idea di prendere Christian. Preferiamo portare un ragazzo che conosce l’ambiente, i valori e che ci possa dare una mano in campo e fuori, piuttosto che un altro giocatore che avrebbe avuto molte più incognite. Siamo cresciuti insieme e so che persona è, per quello sono molto contento che sia qui a Vicenza.”
Christian Maggio: “Buonasera a tutti. Ringrazio il ds, il mister e la proprietà per avermi dato questa possibilità di arrivare nella mia città, dove ho fatto un bel percorso sportivo quando ero giovane. Mi ha dato la possibilità di crescere non solo come giocatore ma anche come persona. Ho sempre avuto un bel ricordo di questa città e un grande affetto.”
Come stai a livello di condizione fisica? Come ti senti?
“Mi sento bene. È chiaro che, come ho sempre detto, arrivo da diversi mesi di inattività. In questi mesi, comunque, non sono mai stato fermo ma ho cercato di stare in movimento. Quando mi è arrivata la chiamata del direttore è stato difficile dirgli di no, soprattutto nella mia città. Volevo tornare già qualche anno fa, ma per vari motivi non c’è stata la possibilità e l’occasione. Per me è un momento particolare, devo cercare di entrare in forma subito. Già da tre giorni a questa parte ho iniziato un lavoro specifico con la squadra.”
Sabato sei convocabile?
“Io cerco di esserlo.”
Che argomenti hanno usato per convincerti ad accettare?
“Nessun argomento, è bastato un “che fai, vieni?”. All’inizio c’è stata un po’ di titubanza per un discorso di tempistiche, ma sono qui. So il momento particolare che sta passando la squadra e il motivo principale che mi ha portato qui a Vicenza è il voler raggiungere quell’obbiettivo. Ho visto una squadra viva ed è molto importante.”
Vedendo Quagliarella che sta facendo la differenza nel suo campionato, possiamo dire che se si è strutturalmente a posto nonostante l’età si può essere competitivo, sei convinto di questo?
“Convintissimo. Io arrivo da una generazione di giocatori in cui il lavoro era fondamentale. Ora la mentalità di preparare e allenarsi è cambiata molto ma questo a me fa molto piacere. So che cercando di carburare assieme allo staff e a livello personale, posso dare una mano.”
È stato più il cuore o la ragione a farti tornare a Vicenza?
“Sicuramente un po’ più il cuore, non posso negarlo. Per me è un’occasione importante. Spero di portare in campo questa voglia e questa emozione.”
Stai facendo il corso allenatori? Cosa ti ha fatto venire voglia di tornare in campo?
“No, direttore sportivo. La passione. Qualche mese fa c’era stata la possibilità di ritornare a giocare in un’altra società ma non avevo la testa pronta per affrontare quel percorso. Ero partito con l’idea di fare il corso per direttore sportivo ma ora lo accantono per raggiungere l’obiettivo che ho in testa.”
Come sono le reazioni degli amici/parenti?
“Molti sono sorpresi, com’è giusto che sia. Tutti speravano in un mio ritorno. So di non essere più giovane, ma questo può far sì che io possa aiutare anche in altri ambiti.”
Entri a pieno titolo nel gruppo alla vigilia di una partita che o è da vincere o è da vincere. Come si può aiutare un compagno meno esperto?
“Cercando di non pressarli molto con parole pesanti, sono ragazzi giovani. Devono crescere, stanno facendo le loro esperienze. Da quello che ho visto in questi giorni loro capiscono il momento e stanno dando il massimo. In allenamento stanno andando a mille.”
Ritorni dopo 20 anni a Vicenza. Quanto è cambiata la società?
“C’erano altre persone. Ci sono stati diversi cambiamenti. La città è in crescita e ci vuole del tempo.”
Conosci qualcuno tra i tuoi compagni?
“Conosco Meggiorini con cui ho condivido diverse battaglie in campo. Bene o male conosco anche gli altri ragazzi.”
Contini non hai mai avuto modo di conoscerlo?
“Sì, lui giocava nella primavera del Napoli. Era un ragazzino, ora lo trovo molto cambiato, cresciuto. Ha fatto un bel percorso.”
Tu, tra l’altro, sei stato compagno di squadra sia del ds che del mister.
“Esatto. Con mister Brocchi siamo stati assieme a Firenze. È stato un anno bellissimo. Con Federico ho passato una vita in Nazionale dove abbiamo condiviso tutto.”
Come mai hai scelto il 35 come numero di maglia ?
“Perché è il numero con cui ho esordito da giovane”.