Stefano Rosso: “Capitolo nuovo, si riparte oggi con l’arrivo di mister Brocchi per una nuova fase di questo campionato. Siamo felici di avere mister Brocchi a bordo. Mister, Lei prima non c’era e Le ripeto la domanda che mi è stata fatta: perché abbiamo scelto Lei? La scelta è ricaduta su di lei perché ci ha dimostrato grande determinazione, passione, volontà di venire a Vicenza, si è presentato conoscendo alla perfezione quello che la squadra stava facendo, quali sono i margini di miglioramento, ci ha dimostrato conoscenza di metodologia e competenza e poi ha uno staff a disposizione di prima fascia. Siamo felicissimi di averti qui con noi, hai tutto il nostro appoggio e sappiamo che puoi dare la scossa a tutto l’ambiente. Con il mister ci sono stati diversi appuntamenti: prima con la parte tecnica, quindi il ds Magalini, e poi in un secondo momento da me e Paolo Bedin, per avere sia un avvallo prima dalla parte tecnica e poi dalla proprietà”.
Mister Brocchi: “Mi fanno molto piacere le parole del presidente che ha detto quasi tutto il mio pensiero. Appena ho avuto la possibilità di parlare per venire qua a Vicenza mi sono subito emozionato perché la ritengo una piazza importantissima, da avversario mi ha sempre dato qualcosa di importante perché a Vicenza giochi contro 12 giocatori, il pubblico è molto caldo, ti dà tanto e aiuta tantissimo la squadra. E poi sono venuto per una società importante che sta cercando di fare il meglio possibile per far si che il progetto che ha in mente possa svilupparsi nel tempo. Per me è stata una cosa molto bella, sono molto felice, non ho esitato un secondo. Anzi, sono veramente fiero di essere qua. Sono motivato ai massimi livelli, ho una grandissima voglia di iniziare, di conoscere i ragazzi, di vedere come stanno, di capire quali sono le problematiche che ci sono in questo preciso momento. Sono sicuro che hanno le qualità per uscire da un momento di difficoltà come questo.
I primi contatti quando sono avvenuti ?
“I contatti veri ci sono stati ieri sera. È stata una decisione che ho preso forse in cinque secondi perché era un qualcosa che come vi ho detto speravo, un’opportunità che ho subito preso. Il mio staff è stato messo al corrente di partire per venire qua a Vicenza solo stamattina alle 9:30. Sono partiti dalle rispettive abitazioni per venire qui. Alessandro Lazzarini, collaboratore, Stefano Baldini, metodologo, Davide Farina, match analyst, Ivan Robustelli, preparatore atletico, Piero Lietti, preparatore atletico. Loro hanno fatto un percorso con me in tutti questi anni, lavoriamo insieme, ci conosciamo ormai a memoria, parliamo tutti la stessa lingua che servirà soprattutto adesso per iniziare con dei nuovi giocatori per far si che i tempi si accorcino nella conoscenza del lavoro e in quello che servirà per cercare di iniziare fin da subito a fare qualcosa di buono.”
Che tipo di accordo ha sottoscritto con la società ?
“Annuale con un rinnovo l’anno prossimo al conseguimento degli obiettivi”.
Dopo cinque sconfitte e zero punti, da cosa riparte ?
“Sicuramente dall’aspetto mentale perché è fondamentale per riuscire a fare quello che si vuole in campo. Questo è un aspetto fondamentale che bisogna curare e capire cosa sta girando nella testa dei giocatori. Poi bisogna cercare di mettere all’interno della squadra certi concetti e situazioni di gioco che a me sono care. Penso che con le qualità dei giocatori che ci sono in rosa si possa sicuramente fare un qualcosa che si avvicina di più al mio modo di pensare”.
Quale modulo pensa di usare ?
“Penso che in questo momento non sia importante. La cosa importante è mandare via tutti quelli che sono i pensieri negativi, le paure e cercare di capire che le qualità per uscire da questa situazione ci sono. Avere delle certezze tecniche, avere una conoscenza di squadra che permette di venire fuori anche nei momenti della gara dove si soffre di più l’avversario. Penso che per fare questo serva un unione di gruppo fondamentale. L’anno scorso, giocandoci contro con il Monza, ho sempre visto il L.R. Vicenza come un blocco unico di giocatori che giocavano insieme, mi davano una sensazione di forza. Questa è una cosa fondamentale: quando vuoi raggiungere degli obiettivi la squadra deve essere unita. A me pace molto lavorare su questo, mi piacciono i gruppi che lavorano con il sorriso ma con il massimo impegno. Per me è fondamentale il lavoro settimanale. La speranza è che questo gruppo di ragazzi lotti dal primo secondo all’ultimo con uno stesso obiettivo che non è l’obiettivo del singolo ma della squadra.”
Con che ambizione arriva a Vicenza ?
“Con l’ambizione di venire fuori da questo momento un pochino difficile e poter costruire qualcosa di importante perché io penso che le basi ci siano e ho la voglia e la volontà di cercare di dare un qualcosa a questi ragazzi e di cercare insieme di costruire qualcosa di importante. Voglio avere una squadra che mi segue, che crede in quello che io propongo, in quelle che sono le mie idee. Una fase iniziale serve a tutti, però i tempi non ci sono, sono corti, quindi bisogna utilizzare qualsiasi minuto della giornata cercando di fare il più possibile per poter dare ai ragazzi la possibilità di esprimere le loro qualità.”
Lei ha visto sicuramente giocare il Vicenza, cosa l’ha colpita di più in negativo ?
“Il fatto che ci sono diversi infortunati in questo momento. Penso che a volte si veda una squadra che dal punto di vista fisico non riesce a reggere, ma può essere a causa di certe situazioni durante partita. A me piace che le mie squadre sappiano gestire alcuni momenti della gara, di sofferenza, che ci sono per tutte le squadre. La squadra ha la qualità per gestire bene il pallone in alcune situazioni che ti permette di recuperare, di essere più lucido e di non dover ribattere colpo su colpo.”
Che contributo può dare Diaw, che era forse il colpo più importante della campagna acquisti e che al momento è tra gli indisponibili ?
“Sicuramente dovrà ritrovare la sua condizione fisica ottimale ,è un giocatore che ha delle grandi doti atletiche e che lavora benissimo, io l’ho allenato per diversi mesi e penso che non abbia mai sbagliato un allenamento. È un ragazzo che ci tiene, che ha delle qualità e che per la categoria si sposa a meraviglia perché ha veramente una velocità che pochi hanno. Quindi deve solo ed esclusivamente star bene, nel momento in cui il fisico regge e lui si sente bene fisicamente sono sicuro che potrà dare soddisfazione.”
Qual è la caratteristica che avrà sicuramente la sua squadra?
“Sicuramente quella gestione del pallone. È una cosa sulla quale io lavoro molto perché a volte si pensa che gestire il pallone possa far sì che la squadra risulti a volte lenta. A volte ho sentito dire magari quelle squadre a sembrano lente ma in realtà a volte il fatto di tenere il pallone serve per preparare l’azione giusta, per avere il comando del gioco e diciamo sempre con il mio staff “pazienza non è lentezza” e quindi può aiutare sicuramente la squadra ad avere una gestione della gara diversa ed è una cosa che a me piace. Sicuramente questo è un aspetto sul quale lavoro molto insieme agli altri che non può prescindere dalle qualità tecniche e dalle conoscenze. Io penso che i giocatori se arrivano a giocare anche in una categoria come la serie B è perché a livello di qualità tecniche per potersi passare il pallone ce le abbiano. L’importante è parlare tutti la stessa lingua, conoscere e sapere il fatto di poter già anticipare quella che può essere il pensiero del tuo compagno perché sai quale zona del campo vale, sai in che posizione metterti anche col corpo, sai come puoi essere utile al tuo compagno. Sono tutti dettagli che poi fanno la differenza, quando la squadra ragiona e gioca con lo stesso obiettivo, con lo stesso concetto e gli stessi principi sicuramente può essere più bello per il giocatore perché si sente più sicuro, il pallone scotta di meno, perché sai già magari quello che puoi fare e penso che sia un aiuto per il giocatore.”
Pensando alla sua esperienza da allenatore, qual è l’errore che non rifarebbe o ha imparato ?
“Io penso che ogni esperienza ti possa insegnare qualcosa. L’importante è cercare di migliorarsi sempre, sapersi mettere in discussione. Io penso che rifarei tutto, sicuramente potrei fare meglio delle cose, a volte magari potevo gestire meglio delle situazioni esterne o delle situazioni tattiche. Io penso che l’allenatore perfetto non esista, ci sono degli allenatori in Europa che commettono errori, figuriamoci se non gli posso commettere io. L’ importante è credere fortemente nella tua idea di gioco, nella tua metodologia di allenamento e in quello che fai.”
Degli allenatori che ha avuto da giocatore quello che le ha lasciato l’insegnamento che porta più dentro ?
“Io ho avuto la fortuna da giocatore di essere allenato da allenatori molto bravi perché dal punto di vista tattico quello che mi ha insegnato di più è stato Cesare Prandelli, poi nelle modalità di gestione ho imparato tanto da Ancelotti, da Reja. Ma ho avuto anche Petkovic, Lippi, allenatori importanti. Penso che ognuno di loro mi abbia dato un qualcosa ma alla fine prendi quelle che sono le cose più importanti e soprattutto non ti devi snaturare. Ho avuto anche un’esperienza con un mostro sacro del calcio come Fabio Capello.”