L’ultimo atto della stagione vedrà i biancorossi di mister Di Carlo affrontare al “Menti” la Reggiana che nell’ultimo turno ha perso le (poche) speranze di restare in serie B retrocedendo matematicamente in Lega Pro. A raccontare il triste momento della squadra granata è il collega Roberto Tegoni, che ringraziamo per la disponibilità, collaboratore della Gazzetta di Reggio Emilia e radiocronista ufficiale della A.C. Reggiana sulle frequenze di Radio Reggio.
Come ha reagito la tifoseria reggiana alla sconfitta con la Spal che ha sancito la retrocessione?
Una parte della tifoseria organizzata ha acceso due torce e ha atteso il pullman che usciva dallo stadio con uno striscione non proprio amichevole. La tifoseria generica, invece, ha ovviamente preso male questa retrocessione che però, nel corso delle ultime settimana, andava via via materializzandosi. C’è stata rassegnazione e presa di coscienza che la squadra non è stata all’altezza della categoria.
Ci sono stati errori evidenti nell’affrontare questo campionato di serie B oppure società e squadra hanno fatto quello che era nelle loro possibilità?
Ritengo che la squadra abbia dato il massimo delle sue possibilità. Il problema è proprio quello: la costruzione di una rosa non all’altezza nel mercato estivo e, sì, un buon investimento a gennaio in giocatori che, avendo diversi mesi di inutilizzo alle spalle nelle rispettive squadre di provenienza, hanno dato qualcosa ad inizio seconda parte di stagione per poi tuttavia spegnarsi con l’avanzare del campionato, hanno condannato la Reggiana alla retrocessione. Io non dimenticherei nemmeno l’effetto Covid in ottobre, pagato con gli interessi a dicembre.
C’è stato un punto di svolta in negativo del campionato della Reggiana?
Come dicevo in precedenza, tra dicembre e gennaio la squadra ha fatto un punto in otto partite. Sliding doors della stagione sono le due sberle rimediate contro il Lecce, tra andata e ritorno e la sconfitta con la Cremonese nel girone di ritorno, che ha letteralmente spezzato la classifica tra chi doveva lottare per retrocedere e chi poteva stare più sereno.
Il fatto di non aver provato a cambiare l’allenatore dando fiducia fino alla fine ad Alvini è una scelta che condividi?
E’ una scelta che ho condiviso pienamente. Stimo Alvini come allenatore e come motivatore. Con la rosa a disposizione, credo che nemmeno Antonio Conte avrebbe potuto tirar fuori qualcosa in più da questa rosa, che si è dimostrata inadeguata nel suo complesso.
Da chi ripartirà la Reggiana nella prossima stagione? L’obbiettivo sarà subito la riconquista della categoria perduta?
Mister Alvini è al capolinea. Si fanno i nomi di Arnaldo Franzini e Stefano Vecchi, col primo favorito per la forte amicizia che lo lega al direttore sportivo Doriano Tosi. Per la verità circolano anche altri nomi, ma come potete capire è ancora abbastanza presto per avere le idee chiare, almeno pubblicamente. Come squadra, la Reggiana ripartirà dal capitano Paolo Rozzio, al quale verranno affiancati alcuni giocatori sotto contratto come Zamparo o in prestito in C questa stagione, come Voltan dal Sudtirol. Chiudendosi un ciclo, con Alvini, penso che il grosso della rosa cerchi e trovi altra sistemazione. L’obiettivo sarà senz’altro quello di lottare per le prime posizioni della serie C.
Quali saranno secondo te i giocatori della Reggiana che potrebbero avere richieste dalla serie B e che sarà più difficile trattenere in C?
Qualcuno ce n’è: penso a Varone, cinque gol in cadetteria quest’anno. Anche i vari Fausto Rossi e Radrezza, che hanno dimostrato di poter giocare la serie B a testa alta. Anche Ajeti, difensore in orbita nazionale albanese, riceverà offerte importanti.