Dopo le due sconfitte consecutive nelle trasferte con Ascoli e Reggina, il L.R. Vicenza si ripresenta sabato al “Menti”, per affrontare un avversario di tutto rispetto, rappresentato dal Lecce attualmente secondo in classifica, che dispone di un organico di rilievo ma soprattutto del bomber del campionato Massimo Coda, primo nella classifica dei marcatori con 21 reti al suo attivo. Per parlarci delle virtù (molte) e dei difetti (pochi) della squadra pugliese abbiamo rivolto alcune domande ad Alessio Amato redattore di calciolecce.it che ringraziamo per la disponibilità.
Sei vittorie consecutive, prima della sconfitta in casa con la Spal. Come arriva il Lecce alla partita con il L.R. Vicenza?
Il ko rimediato lo scorso sabato è visto come un incidente di percorso nell’ambiente giallorosso, ed il collettivo di Corini sta lavorando perché rimanga tale in questo finale di campionato in cui i giallorossi si giocano tutto. Con la Spal il Lecce non si è espresso come suo solito sul piano della manovra soprattutto per altrui meriti, anche se qualche avvisaglia di stanchezza, dopo un periodo d’oro fatto di 8 vittorie e 3 pari in 11 partite in cui si è speso tanto, c’era già stata a Pasquetta nello 0-1 di Pisa. Subire le scorie di un passo falso sarebbe però un errore grandissimo, dunque la squadra è tanto carica quanto consapevole di non poter più commettere errori.
E’ un Lecce che da qui alla fine punterà a blindare il secondo posto che da comunque la promozione diretta o c’è ancora speranza di vincere il campionato?
Francamente non ho mai sentito parlare, né un protagonista in campo, né un dirigente, né tantomeno un addetto ai lavori di ambizioni di primo posto. Questo perché l’Empoli ha un divario importante, una partita presumibilmente da recuperare ed appare come sempre in ottima condizione. Ma non è solo questo, perché francamente a chi si gioca qualcosa di enorme come il salto in A credo importi davvero poco di arrivare secondo e non primo. Non è un caso che, quando sento parlare un calciatore fresco di promozione, questi sia solito sempre dire “vittoria del campionato” per parlare del salto di categoria anche se è arrivato secondo o terzo. E’ un esempio banale ma credo emblematico di come le forze del Lecce siano e saranno tutte nel tenere lontane le inseguitrici per il secondo posto.
Quali sono i punti di forza e i gli eventuali punti deboli (se ce ne sono) del Lecce di Corini?
Il Lecce è una squadra che diverte e si diverte, ha entusiasmo e spensieratezza portata dai tanti giovani che danno quel pizzico di imprevedibilità in più alla ben oleata, dopo le fatiche dell’andata, manovra di Corini. Non ultimi ci sono i “nomi”, ovvero quei giocatori come Coda, Pettinari, Henderson e Mancosu per citarne alcuni capaci di finalizzare il tutto con la giocata decisiva per il gol o l’assist. Come tutte le squadre, anche il Lecce ha dei punti deboli. Sin da inizio campionato ha voluto puntare molto sul gioco propositivo e questo porta certo a concedere qualcosa, anche se nei mesi gli errori difensivi si sono ridotti sensibilmente. E poi il lato negativo dell’avere una squadra molto giovane è l’inesperienza di alcuni elementi, che però nel corso dei mesi hanno dimostrato una crescita strepitosa.
Con 21 gol Coda è di gran lunga il miglior marcatore della squadra. Quanto dipende il Lecce dal suo bomber?
Coda è un giocatore dalla tecnica straordinaria per essere un numero 9. E’ risultato decisivo ai fini del risultato finale in sette occasioni, segno che sul secondo posto attuale c’è forte il suo zampino anche se non è stato uno one-man-show. Pur essendo un fulcro straordinario del gioco, sia come finalizzazione ma anche come assistman grazie ai ben 8 passaggi decisivi all’attivo, il bomber giallorosso riceve infatti una quantità industriale di palloni a partita, segnale di come la dipendenza sia, per così dire, reciproca. Anzi, con un pizzico di cattiveria in più, tra rigori sbagliati e qualche leziosismo, avrebbe potuto anche essere già vicino a quota 30.
Quale sarà secondo te il tema tattico della partita al “Menti”?
Nelle ultime due gare il Lecce è partito diesel ed infatti ha sofferto, di contro il Vicenza viene da due ko di fila e non credo voglia rischiare di giocarsela a viso aperto da subito. Così mi aspetto un match con mini-arrembaggio giallorosso nelle fasi iniziali e locali intenti a cercare il varco giusto per la ripartenza. Poi, come sempre, un episodio potrebbe cambiare tutto.
Oltre al già ciato Coda quali sono i giocatori chiave della squadra di Corini? In una stagione finora positiva c’è qualche giocatore che non ha reso secondo le attese?
Nel 4-3-1-2 di Corini particolare importanza la assume il dinamico centrocampo. L’uomo chiave delle invenzioni offensive è il trequartista, come dimostrano i 17 assist forniti da Mancosu ed Henderson. L’assenza del sardo sta pesando, ma è mitigata dall’ottimo stato di forma dell’eclettico scozzese. Poi c’è la regia dapprima appannaggio esclusivo della discontinua qualità di Tachtsidis e che ha registrato poi l’esplosione dell’Under 21 danese Hjulmand, che ha portato oltre al palleggio anche l’interdizione che mancava, dando equilibrio alla squadra. Su quest’ultimo piano è fondamentale il sacrificio delle mezzali come Majer e Bjorkengren, costrette a spendere tantissimo per esaltare le giocate delle punte e gli inserimenti dei terzini. Sul piano delle delusioni, ci si aspettava di più dal terzino macedone del nord Zuta e soprattutto da Stepinski, che nonostante i 7 gol, cifra da non buttare via, è stato l’unico attaccante apparso raramente nel vivo del gioco di Corini. Un po’ l’opposto dell’astro nascente Pablito Rodriguez, un 2001 scuola Real capace di essere devastante soprattutto a gara in corso, come il Vicenza ha toccato con mano al suo esordio nella gara d’andata.
In caso di mancato secondo posto, i playoff sarebbero da considerare un parziale fallimento rispetto all’obbiettivo iniziale?
Certamente no perché la società ha sempre dichiarato di volere centrare la promozione entro i tre anni, ma senza assilli immediati e facendo crescere i giovani, ben nove dei quali alla stagione d’esordio cadetto. Di conseguenza poter lottare per la A anche attraverso un buon piazzamento playoff non potrebbe certo essere considerato un fallimento. Certo è che, arrivati a questo punto e dopo il torneo in crescendo disputato, mancare la serie A sarebbe un grande dispiacere.