Grandi – 7: Da un suo lungo rinvio nasce il pastrocchio di Plizzari, abbassa la saracinesca sulla sassata finale dell’ex Bianchi. Un punto su cui c’è in calce la sua firma
Pasini – 6,5: Del terzetto iniziale in difesa è quello che convince di più rendendo la vita difficile a Rivas quando si sposta dalle sue parti
Padella – 6: Così cosi nella prima parte di gara con qualche titubanza di troppo. Cresce nel corso del match e, con il Vicenza in dieci, ritorna sindaco della difesa
Bizzotto – 5: Non sembra a suo agio nella difesa a tre ed è sorpreso dal terzo tempo di Bianchi che non legge tempestivamente. Non ha modo di riscattarsi perché la sua gara termina al 45° per esigenze tattiche (dal 45′ Meggiorini – 6: Visto che era scontro diretto probabilmente non l’avremmo lasciato inizialmente in panchina. Entra per guidare la rimonta ed in effetti, pur senza incendiare il match, con lui davanti le cose diventano più facili)
Zonta – 6: Cambia più volte ruolo nel corso della partita per esigenze tattiche. In realtà dalla sua parte molto Di Chiara e in parte Bellomo lo mettono in difficoltà. Lo sorregge però una buona gamba e nel finale trova modo di mettersi in luce andando vicino al gol, che Plizzari gli nega.
Da Riva – 6: Dinamico e battagliero, recupera un buon numero di palloni e picchia il giusto. Un po’ in ombra nella ripresa. Dopo aver lisciato un pallone degno di miglior sorte in area avversaria, viene sostituito (dal 83′ Rigoni: s.v. un quarto d’ora nel finale per non far perdere consistenza al centrocampo biancorosso)
Cinelli – 6: Festeggia e viene premiato per la gara n 150 con la maglia biancorossa. Mette la solita dose di agonismo nel match, non senza qualche evitabile passaggio a vuoto
Barlocco – 5,5: Sia da esterno alto che da esterno basso una prestazione fin troppo timida e con diversi errori in fase di impostazione.
Dalmonte – 6: Suficenza risicata per l’esterno ravennate che tolto alla sua fascia di competenza sembra andare un po’ in confusione. Da trequartista poi fa maledettemente fatica ad accendere il turbo per far male agli avversari (dal 90′ Jallow: s.v. tre minuti solo a beneficio del tabellino delle presenze)
Longo – 4,5: Siamo consapevoli che il voto suona stonato per il giocatore che ha realizzato il gol del pari biancorosso (e alzi la mano chi in quell’azione può dire a cuor leggero che non ci sia sospetto di fallo sul portiere). Il problema è che dopo un primo tempo in cui viene spesso anticipato e con tanti errori nei passaggi ai compagni e in cui sembra sempre tanto, troppo, leggero, diventa protagonista in negativo del match con una entrata insensata su un avversario, in una zona del campo innocua sotto gli occhi della guardalinee. Consapevole di aver già preso un giallo precedentemente, non dimostra certo di essere giocatore con un bagaglio di esperienza da spendere. Costringe la squadra in dieci e tarpa le ali ad una possibile rimonta biancorossa. Imperdonabile.
Giacomelli – 5,5: Conferma la sua allergia a posizioni lontane dalla sua amata fascia sinistra. Nel primo tempo vagola alla ricerca di una posizione che non trova mai, fino a quando non viene rispedito a destinazione. Qualche guizzo estemporaneo in una partita che non finirà certo nel suo libro dei ricordi (dal 78′ Cappelletti: 5,5 – in campo a presidio della fascia destra per evitare il sorpasso reggino. Sul voto pesa la grande occasione che gli capita per risolvere il match e che spreca, dopo aver avuto anche il tempo di prendere la mira)
Di Carlo – 5.5: Possiamo capire l’esigenza di far giocare chi stava meglio, ma c’eravamo illusi che la formazione iniziale ci sorprendesse non solo per la scelta di cambiare modulo e protagonisti. In realtà le perplessità vengono confermate dopo pochi minuti, soprattutto nel trio davanti, che prova a scambiarsi le posizioni ma non riesce ad imbastire nulla che possa impensierire la difesa reggina. Mimmo corre ai ripari e dopo essere passato dal 3-4-3 al 4-3-1-2, torna al consueto 4-4-2 ma deve farlo con molti giocatori in ruoli inediti. Ne esce una marmellata che fa pagare pegno alla formazione biancorossa. Un po’ meglio la ripresa, con l’ingresso di Meggiorini, per il quale non convince la scelta iniziale della panchina. Le cose un po’ migliorano, almeno fino a quando a Longo non balena l’infausta idea di farsi sbattere in faccia il cartellino rosso. Da li in poi ovviamente l’obbiettivo diventa portare a casa almeno il punto. Il fatto poi che nel finale la squadra, in dieci, abbia almeno due buone occasioni per portare a casa il bottino pieno non fa che aumentare i rimpianti e la sensazione di una occasione persa, piuttosto di un punto guadagnato.