A due giorni di distanza dal Consiglio Federale l’unica decisione presa è quella di far ripartire tutto il calcio professionistico e portare a termine i campionati sul campo. Tutto a posto quindi? Ma nemmeno per idea, a conferma che il mondo del pallone è nel caos e che, non solo i rapporti con il Governo sono tutt’altro che lineari, anche tra le serie professionistiche (serie A, torneo cadetto e Lega Pro) non c’è unità di intenti, anzi ognuno va per la sua strada coltivando e difendendo il proprio orticello. Tesi che abbiamo evidenziato e criticato più volte perché da una situazione come l’attuale si esce (bene) solo se il sistema calcio comprende che ci vuole compattezza e che questa è l’occasione (forse l’ultima) per ristrutturare un sistema che non si può più permettere di sostenere cento società professionistiche.
Entrando nel tema che più ci interessa, quello della Lega Pro, è evidente che dopo il Consiglio Federale di mercoledì scorso il presidente Francesco Ghirelli ha visto di fatto bocciate tutte le proposte approvate dall’Assemblea di Lega, quasi snobbate. Il massimo dirigente della serie C si è subito affrettato a ribadire che la Lega Pro non può tornare a giocare e che non si sente al centro di una lotta di potere, concetto invece che probabilmente è chiave nel contesto attuale. Lo affermiamo perché quella portata avanti da Ghirelli è stata una linea con qualche uscita a vuoto di troppo, frettolosa, e resa nota alla stampa ancora prima che venisse presentata all’Assemblea di Lega Pro. E’ stata la sconfitta di chi ha provato a stabilire delle regole, incontrando l’opposizione della FIGC che ha rimarcato che – “sarà competenza del Consiglio Federale determinare i criteri di definizione delle competizioni “ – precisando di seguito le varie soluzioni a seconda di come evolverà la situazione attuale legata al virus Covid-19.
E quindi, cosa succederà adesso? Prima di tutto è opportuno ricordare che il prossimo 28 maggio la Federazione dovrebbe incontrare il Ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora per decidere se e quando ripartirà il campionato di calcio. Un confronto che, stando alle parole del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dovrebbe avere un risultato (quasi) scontato, con la determinazione della data di ripresa della stagione fissata per il 20 giugno (difficile possa essere il 13). Partendo dal presupposto che il 28 maggio tutto vada come previsto, quando ripartirà la Lega Pro? Esaminando il contesto attuale si comprende che la domanda più corretta da porsi è, ripartirà la Lega Pro? Perché quella della FIGC è una decisione tutt’altro che definitiva, visto che le variabili e gli ostacoli da superare restano più d’uno e alcuni non di facile soluzione. Non preoccupa tanto la chiusura delle società di Lega Pro (sempre meno) alla ripartenza del campionato, quanto alcune norme che, più che difficili da attuare, restano poco chiare e di conseguenza di complicata comprensione. Come si dovrà procedere con i tamponi e i test sierologici, c’è ancora la necessità di strutture in cui ospitare il “gruppo-squadra” (pare di no, ma non è chiaro quale sia la soluzione alternativa) in caso di una positività di un atleta al Covid-19? E soprattutto verrà modificata la norma che prevede di attribuire al medico sociale la responsabilità civile e penale nel caso non venga applicato correttamente il protocollo? Domande che aspettano risposte esaustive ed importanti, anche se la nostra idea è che il punto chiave sta pure da un’altra parte: c’è davvero la volontà di concludere i campionati sul campo, oppure la decisione che ogni singola società prende è figlia di un calcolo economico tra costi e ricavi, e soprattutto degli obiettivi (vedi promozione oppure salvezza) che può ancora centrare? E non si dica che il virus Covid-19 è ostacolo insuperabile perché il calcio in Germania è già ripartito, in Spagna ed in Inghilterra ricomincerà ai primi di giugno, mentre in Italia si è costantemente bloccati anche da decisioni che sembrano sempre più legate a scelte politiche che aborriamo. Ecco perché adesso si dovranno attendere le date del 28 maggio (incontro tra il Ministro delle Sport Spadafora con la Federazione) e a seguire il 3 giugno quando è previsto un nuovo Consiglio Federale che potrebbe confermare, oppure modificare, le decisioni prese lo scorso 20 maggio. Nel frattempo cosa decideranno di fare le società di Lega Pro? Al momento si stanno muovendo in ordine sparso, chi ha già ripreso gli allenamenti, chi si appresta a farlo e chi attenderà il 3 giugno. Scelta che pare aver preso la società biancorossa, consapevole che non è scontato che la Lega Pro concluda i campionati sul campo. E se sarà così, cosa accadrà, quali saranno le decisioni che verranno prese inevitabilmente “a tavolino”? Cosa deciderà la FGC a cui il Governo ha concesso poteri straordinari proprio in quest’ottica? Tutti quesiti a cui abbiamo già provato a dare risposte, ma senza la possibilità di trasmettere ai lettori alcuna certezza. L’unica domanda a cui rispondiamo allo stesso modo da marzo è la seguente: il L.R. Vicenza in serie B? Possibile, potremmo dire probabile, ma la strada sarà lunga e usare prudenza è d’obbligo.