E’ convocata per venerdì, 3 aprile, l’assemblea dei club di serie C, con i rappresentanti delle società che, viste le attuali restrizioni legate al virus Covid-19, parteciperanno in call conference. In un contesto che rimane difficilissimo in cui anche il torneo di Wimbledon è stato annullato (era accaduto soltanto a causa delle due guerre mondiali n.d.r.) trovare una soluzione che salvaguardi in primis la salute e che accontenti tutti sembra veramente complicato. Il problema è che, al momento, non c’è una data certa dalla quale si possa ripartire e questo rende il futuro incerto e a dir poco nebuloso. Molte società della massima serie (che si riunirà in via d’urgenza il 3 aprile) vorrebbero ritenere chiusa la stagione e tra gli addetti ai lavori, dopo che la Juventus ha ufficializzato la riduzione degli stipendi dei suoi tesserati, molti sono convinti che quella sia la decisione che ha più probabilità di essere attuata. E’ chiaro che se la serie A non riprendesse a giocare, nessun campionato ricomincerebbe e il congelamento delle classifiche sarebbe inevitabile. Con quali decisioni nessuno sembra saperlo visto che il presidente della Federazione Gabriele Gravina ha bocciato una massima serie a 22 squadre, ipotesi che sarebbe scaturita con il blocco delle retrocessioni e due promozioni (Benevento e Crotone?) dalla serie B. Chiaro che un torneo cadetto senza promozioni e retrocessioni porterebbe ad un blocco anche in serie C, teoria però che il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli sembra voler fare di tutto per escludere. “ Ritengo che una richiesta di chiusura e di annullamento del campionato sia controproducente – spiega Ghirelli – premesso che la salute di tutti viene prima di ogni cosa, è corretto sottolineare che la Lega Pro fa parte di un sistema ed esserne parte vuol dire godere di benefici collettivi o fare sacrifici all’unisono “. L’idea che trapela è che una sospensione con conseguente annullamento della stagione porterebbe a danni economici ancora più gravi di quelli già esistenti, con molte società di serie C che conterebbero perdite notevoli (incassi al botteghino e sponsor in primis) e chiederebbero il blocco dei pagamenti con conseguenti contese legali che aprirebbero a scenari sconosciuti. Diverso sarebbe se fosse il Governo ad ordinare alla Federazione il blocco delle attività e l’impossibilità a riprendere la normalità (allenamenti e gare così come è attualmente fino a tutto il mese di aprile), ma la domanda che si pongono tutti è se e come potrebbero ricominciare i campionati professionistici nel caso la situazione legata al virus Covid-19 migliorasse e permettesse la ripresa agonistica entro la fine di maggio. Una ripresa a porte chiuse è possibile? L’ipotesi non sembra essere ritenuta molto plausibile dal presidente dell’Associazione Italiana Calciatori Damiano Tommasi che nei giorni scorsi ha spiegato come – “ dopo le parole del ministro Spadafora (che ha dichiarato che è impensabile ripartire il 3 maggio nd.r.) le probabilità che la stagione finisca qui sono aumentate di molto. A questo punto meglio discutere con quali modalità rendere effettivo lo stop sia dal punto di vista formale che dei contratti “ – . La domanda che tutti si pongono è se e, nel caso, come verrà determinata in serie A la squadra vincitrice dello scudetto, le qualificate alle competizioni europee e le retrocessioni. E a cascata le promozioni dalla serie B e dalla Lega Pro e le rispettive retrocessioni. Al momento, visto che dal punto di vista delle normative non è previsto nulla relativamente ad uno stop definitivo della stagione, la soluzione che toglierebbe le castagne dal fuoco sarebbe quella di riuscire a riprendere la stagione entro la fine di maggio (il 20?) come ha ipotizzato il presidente Gravina poche ore fa, precisando però che l’annata 2020/2021 non dovrà subire ritardi visto che non si dovrà rischiare di compromettere i Campionati Europei che si giocheranno a giugno del prossimo anno. A cascata anche la serie B e la Lega Pro, situazione legata al Covid-19 permettendo, potrebbero ripartire a loro volta entro fine maggio e, magari con play off riveduti e ridotti, si potrebbe chiudere la stagione entro il 30 giugno, massimo 15 luglio. Un’ipotesi che verrà discussa venerdì, ma che vedrà presumibilmente diverse società (specie quelle in lotta per la retrocessione) che qualche obiezione la metteranno sul tavolo. Anche se purtroppo l’ultima parola spetterà al virus, il maledetto Covid-19.
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