Famiglia, visione di partite e aggiornamento: scorrono così le giornate di Mimmo Di Carlo ai tempi del Covid-19. E’ lo stesso tecnico biancorosso a confessarlo, che poi aggiunge di tenersi in costante aggiornamento con i suoi ragazzi (“Grazie a capitan Bizzotto”) e con la società, Magalini e Bedin in primis.
Ospite in collegamento telefonico a “Cuore Biancorosso” in onda sulle frequenze di Radio Vicenza, Mimmo Di Carlo è intervenuto sull’anomala situazione che il calcio e tutto il Paese sta vivendo: “Stiamo a casa perché più stiamo a casa e prima ne verremo fuori. In questo momento il mio pensiero va a chi lavora anche 14 ore al giorno per il bene di tutta la comunità. Questa è una partita della vita, bisogna seguire quello che ci dicono. Il calcio in questo momento non è importante. Dobbiamo rispettare le regole, fare squadra e fare il tifo per i medici che sono persone straordinarie. Ritorneremo a sorridere tutti quanti. I giocatori hanno voglia di allenarsi, di giocare ma quel che conta adesso è debellare il virus”. Inevitabilmente però l’attenzione torna sulla sospensione del campionato di cui il mister biancorosso si dichiara “Non preoccupato”. Se dovessimo tornare a giocare -ha continuato Di Carlo- vorrebbe dire che la situazione sarebbe migliorata. Noi oggi abbiamo una proprietà di alto spessore e dei tifosi straordinari. Sono orgoglioso di allenare il Vicenza. La cosa più importante sarà venire fuori dalla Serie C e sono qui per dare il mio contributo. E’ vero, Carpi e Reggiana sono avversari temibili ma noi stiamo meritando la prima posizione. Ora però la cosa più importante è stare a casa”.
Prima del tecnico biancorosso è intervenuto anche Gianni Grazioli, direttore generale dell’AIC: “La salute viene prima di tutto. Stiamo a casa, seguiamo il decreto. Speriamo tra due settimane di vederne i risultati. Le tre leghe professionistiche possono arrivare tranquillamente alla fine di giugno, chiaro che settimana prossima i vertici dovranno decidere sullo spostamento dell’Europeo. La vedo dura tornare in campo il 5 aprile, ma recupereremo più avanti e ci sarà “un’overdose” di calcio. L’importante è che tutte le squadre rispettino le normative e che ci sia una ripresa degli allenamenti uguale per tutti”.