Grandi – 6: Per la dodicesima volta (su tredici totali di squadra) chiude senza gol al passivo. In questa occasione vede sfilare sul fondo un paio di tiri del Carpi senza essere mai seriamente impegnato.
Bruscagin – 6,5: Non si prende grandi libertà offensive perché Biasci è un cliente pericoloso che si sposta spesso dalle sue parti, e in più ha il compito di coprire le spalle a Zarpellon. Svolge bene il compito, difensivamente parlando la prestazione è di qualità
Padella – 7,5: Chiude qualsiasi varco, galvanizza il pubblico e si galvanizza da solo al punto che insolitamente lo si vede in un paio di sgroppate offensive. Invalicabile.
Cappelletti – 6,5: Vano entra di diritto nella “hall of fame” degli attaccanti scorbutici visti al Menti. Lui di certo non si fa intimorire; ne esce un duello rusticano dove il centralone esce spesso vincitore, anche se rischia un po’ ad inizio secondo tempo quando, già ammonito, si fa sorprendere da Biasci e commette un fallo che poteva costargli caro. Viene graziato ma c’è da dire che Meraviglia aveva spesso usato lo stesso metro sui falli commessi dal Carpi.
Liviero – 7,5 Sorprende fino ad un certo punto la sua prestazione, perché il giocatore ha nelle corde tutto quello che si è visto in campo. Corsa, capacità di andare al cross, una bella legnata da fuori (anche se non sempre precisa) e una fase difensiva gestita a puntino.
Zarpellon – 6: Il ragazzo ci prova in un ruolo che lo disorienta un po’. Tra luci e ombre porta a casa una prestazione sufficiente. (dal 63′ Tronco – 6: subentra con buon costrutto e trova il modo di imbufalirsi perché, solo in contropiede, viene fermato dall’arbitro che fischia per espellere Maurizi)
Pontisso – 7,5: Ottima prestazione del corazziere friulano che sa giocare sia di spada che di fioretto. Sempre nel vivo dell’azione in entrambe le fasi fa da diga mobile davanti alla difesa (dall’ 85′ Rigoni – sv: aspettando di recuperarlo ad un minutaggio più ampio, Di Carlo gli riserva una manciata di giri di lancette in campo a far legna)
Cinelli – 8: Match winner con quello che è il suo marchio di fabbrica: il gol arrivando a rimorchio sulle palle “sporche” in area, ma anche tanta sostanza e cattiveria agonistica, per dimostrare, come dice in sala stampa, che il Vicenza sa usare anche queste armi.
Vandeputte – 7:Spostato a sinistra, con Liviero forma una coppia inedita ma i due dimostrano di intendersi a meraviglia. Torna sulla destra quando entra Tronco ma rimane pericoloso in ogni posizione (dall’ 85′ Zonta – sv: negli ultimi spiccioli di gara gestisce sapientemente palla per mettere al sicuro i tre punti, va anche vicino al gol con un tocco al volo che Nobile intuisce)
Arma – 6,5: Prezioso riferimento in avanti, pizzica e lavora un sacco di palloni, quando c’è bisogno aiuta anche in copertura. Non è un caso che Di Carlo lo tenga in campo fino alla fine anche se non gli capitano sui piedi importanti palle gol
Guerra – 6: Tre ghiotte occasioni: sulla prima (filtrante di Pontisso) poteva (doveva) fare meglio, sulla seconda (assist di Zarpellon) è bravo Nobile a respingere, sulla terza (cross di Vandeputte) la traversa gli nega la gioia del gol. Sufficienza risicata (dal 72′ Saraniti – 6,5: Entra e tocca di testa la palla che Cinelli trasforma in gol, rifinisce una gran palla per Zonta. Dalla panchina con furore)
Di Carlo – 7,5: Una partita molto temuta si trasforma quasi in un monologo dei biancorossi. Mancano i due maggiori realizzatori ma nessuno se ne accorge, segno che c’è una precisa identità e filosofia di gioco e il merito va sicuramente dato al mister. Un altro banco di prova superato dai suoi che mandano un preciso segnale alle contendenti. Il cammino è ancora lungo ma le certezze su cui si appoggia questa squadra fanno sperare più che bene.