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Sono trascorsi quattordici anni, ma Ivano Tito, oggi preparatore atletico del Pordenone, di quella stagione trascorsa a Vicenza con Beppe Iachini ricorda ogni minimo particolare. “ Di solito quando rimani legato ad una città dove hai lavorato è perché ci sei rimasto a lungo – spiega Tito – invece per Vicenza è bastato un anno. Con mister Iachini e Beppe Carillo abbiamo dovuto superare tante difficoltà, a cominciare da un mercato in cui la società che era in vendita è stata costretta a vendere tutti i giocatori più forti, da Della Morte, Sommese a Margiotta che poi a gennaio è tornato segnando dieci gol nel solo girone di ritorno. Schwoch è rimasto perché aveva il legamento posteriore rotto, e per quattro mesi non l’abbiamo potuto impiegare. Ma abbiamo cresciuto ragazzi allora giovanissimi, che poi hanno fatto una carriera importante, come Avramov, Padoin, Luca Rigoni, Vitiello, Biondini, Bonanni, e Jeda. Era una squadra giovane con qualche giocatore esperto come Rivalta, Massimo Paganin, e Moscardi ma il mix che si è riusciti a creare ci ha permesso nel girone di ritorno di sfiorare quasi i play off “. Di quell’annata Tito ricorda con piacere tante persone, in particolare due. “ Ernesto Galli e Silvano Caltran sono stati fondamentali nei momenti difficili – ricorda l’ex preparatore atletico del Vicenza – due uomini veramente speciali che hanno dato tanto alla società berica “. Così come il pubblico, la tifoseria biancorossa che anche in quel campionato ha dato un supporto fondamentale alla squadra. “ I tifosi sono stati semplicemente fondamentali – spiega Tito – all’inizio la squadra era tutta nuova e l’intesa e l’amalgama tutta da costruire. Quel campionato è iniziato in ritardo, è stata la stagione della serie B a 24 squadre, con una lunga serie di infrasettimanali. Ricordo che l’inizio non è stato facile, ma poi è arrivata la vittoria al “Menti” contro il Cagliari di Zola, Suazo ed Esposito che ci ha trasmesso grande fiducia. Una partita quasi perfetta che siamo riusciti a ripetere anche al ritorno a Cagliari dove abbiamo strappato un punto. Ricordo in aeroporto che i tifosi ci hanno applaudito perché in quella stagione la compagine sarda in casa le vinse quasi tutte “.

Tra le soddisfazioni non può mancare il derby vinto a Verona. “ Figuriamoci se non me lo ricordo – precisa Tito – è finita 3 a 2 per noi con gol vittoria di Zanoletti realizzato pochi minuti dopo che Avramov aveva parato un rigore a Myrtaj. Il Vicenza non vinceva a Verona da oltre cinquant’anni, che vittoria e che soddisfazione è stata “. Il “prof “ Tito domenica ritroverà il nuovo Vicenza del patron Renzo Rosso da avversario, e sarà una partita importante per entrambe le compagini. “ A livello atletico noi stiamo bene, mancheranno l’ex biancorosso Misuraca e Germinale ma siamo pronti a giocarci la gara per vincere. C’è attesa per questa partita perché c’è curiosità di saperne di più sul valore delle squadre, anche se adesso è troppo presto per dare giudizi. Di sicuro la compagine di mister Colella ha dimostrato di essere forte e di stare molto bene a livello atletico e rappresenterà un avversario molto difficile da superare “. Presto anche per dire se questo campionato a livello tecnico è migliore di quello che mister Tesser e il “prof” Tito hanno vinto insieme a Cremona. “ Quasi impossibile fare paragoni perché ogni stagione fa storia a sé, ma quel campionato è la dimostrazione che in serie C non si deve dare mai niente per scontato e che si deve lottare sempre in ogni gara fino all’ultimo turno “. Una Cremonese che allora ha vinto in rimonta mostrando alla fine una condizione fisico-atletica ottimale. Un elemento importante nella fase finale della stagione. “ Il merito è stato dei giocatori che si sono sempre allenati con serietà e ci hanno sempre creduto – sottolinea Tito – il compito del preparatore è senza dubbio quello di consegnare all’allenatore una squadra preparata, ma anche di prevenire infortuni  e di conseguenza di salvaguardare il patrimonio della società che è la salute fisica dei giocatori. A riguardo la regola dei cinque cambi consente una gestione migliore delle fatiche, ed è senza dubbio l’innovazione più importante degli ultimi anni perché permette di cambiare quasi mezza squadra durante una partita “.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net