Nessuno ha mai dimenticato Giancarlo Salvi, questa è una certezza. La fondazione di un Club a lui dedicato che in due mesi ha raccolto 300 soci, ha riempito la sala dell’Associazione Calciatori nella conferenza stampa di presentazione del Club di personalità del calcio, dal gotha dell’informazione calcistica vicentina e da alcuni rappresentanti della politica è la cartina tornasole capace di misurare l’affetto che lega ancora i vicentini all’indimenticabile regista biancorosso del fantastico Real Vicenza.
Dopo le cocenti delusioni e il profondo senso di smarrimento lungo quindici interminabili anni sofferti dai tifosi, questo Club è un inizio da cui ripartire. Le motivazioni ci sono tutte, come ricordato dal Segretario Generale dell’Associazione Calciatori Gianni Grazioli. Giancarlo Salvi era un grande giocatore in campo e un grande Uomo fuori dal campo. L’esempio di correttezza, generosità e umanità che ha lasciato a chi lo ha conosciuto come compagno di squadra, come Direttore Sportivo o semplicemente come amico sono un punto di riferimento importante per tifosi e addetti ai lavori. Oltre al toccante intervento in video di Paolo Rossi, hanno espresso il loro ricordo Beppe Lelj, Vinicio Verza, Toto Rondon, Daniele Fortunato, Pieraldo Dalle Carbonare, Sergio Vignoni, Maurizio Salomoni, il Direttore Generale del L.R. Vicenza Paolo Bedin, l’allenatore Govanni Colella, l’Assessore allo Sport Matteo Celebron. Presenti in sala anche Valeria Porelli, Beppe Erba, Lionello Manfredonia, il Presidente dell’Aiac Paolo Cazzola, Enzo Ometto, gli altri soci fondatori del Club Andrea Berengo, Alberto Belloni, Gianni Poggi (che ha giustamente ricordato come Giancarlo Salvi fu l’artefice del più grande affare della storia del Vicenza, la vendita alla Fiorentina del diciottenne Roberto Baggio da poco operato ai legamenti del ginocchio per 2 miliardi e 700 milioni di vecchie lire), Alessandro Lancellotti, Sonia Poletto.
La presidente Anna Belloni e i due vicepresidenti Daniele Rossi e Silvia Bon hanno illustrato ai presenti le motivazioni della fondazione del Club, le sue finalità, i progetti in cantiere per il futuro. Prima di tutto la collaborazione con il Villaggio SOS di Vicenza che assiste sessanta ragazzi soli o con problematiche familiari. La Lucciolata, una marcia benefica che devolverà il ricavato al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. Una “borsa di studio” dedicata a uno studente meritevole al quale verrà offerta l’iscrizione a una scuola calcio.
Emozionante l’intervento della figlia Monica che ha ricordato la figura di Giancarlo Salvi e preannunciato l’organizzazione della seconda edizione del Torneo di Calcio “Memorial Giancarlo Salvi”.
Il ricordo di tuo padre alla conferenza stampa ha commosso tutti. Forse è la prima occasione in cui esce la sua parte più riservata …. Sappiamo che non venne volentieri a Vicenza e che il trasferimento da Genova fu un trauma per tutta la famiglia. Fu tua mamma poi a metterci una buona parola?
Si infatti, io e mia sorella siamo nate a Genova e quando papà fu ceduto al Lanerossi io avevo cinque anni e mia sorella due, quindi si trattava non solo di traslocare ma anche di cambiare scuola e amici dopo tantissimi anni passati alla Sampdoria. Quindi partirono per primi i miei genitori da soli per un sopralluogo a Vicenza e devo dire che mia mamma rimase colpita molto positivamente, trovò una città vivibile con un’ottima qualità della vita e quindi alla fine decisero di comune accordo il trasferimento di tutta la famiglia.
Noi vicentini siamo gente un po’ chiusa, che da poca confidenza ai foresti … secondo te come mai la città ha spalancato subito le braccia alla tua famiglia?
Ma guarda, sia mio papà che mia mamma trovarono da subito un ambiente molto accogliente e stabilirono dei rapporti di amicizia straordinaria che durano ancora a tutt’oggi. Forse i vicentini non sono poi così diffidenti
Ed è per questo motivo che poi tuo padre ha preso la decisione definitiva di rimanere qui nella nostra città ….
Si, mio padre creò poi un’agenzia immobiliare con Paolo Rossi, Paolo poi venne ceduto al Perugia, poi a alla Juve, al Milan e quindi papà seguì la loro attività qui a Vicenza. Poi come sai, negli anni ottanta diventò anche direttore sportivo del Vicenza. Lui ha proprio amato fino in fondo questa città e non ha mai più desiderato di tornare a vivere a Genova.
Mi hai parlato del suo passato di direttore sportivo …. Ma come mai, una volta smesso con il calcio giocato, uno come lui non ha intrapreso la carriera di allenatore?
Papà aveva preso il patentino per fare l’allenatore ma ci rinunciò per una questione familiare, in quanto gli allenatori erano costretti a spostarsi più spesso dei direttori sportivi e lui non voleva lasciare la famiglia e non voleva lasciare Vicenza … Ricordo che nell’anno a Varese conobbe Beppe Marotta, che in poco tempo lo aiutò a diventare un ottimo direttore sportivo
A detta di molti i due che comandavano nel Real Vicenza erano tuo padre e Ernesto Galli …..
Beh, credo che per papà contasse soprattutto la questione anagrafica visto che era il più anziano della squadra …. e poi l’esperienza, il carisma. Mio papà è sempre stato un uomo molto generoso in campo gli piaceva segnare ma anche far segnare gli altri. Giocava da regista perché aveva innato questo spirito di collaborazione. Tanti calciatori poi ricordano che quando venivano a giocare a Vicenza lo trovavano subito disponibile ad aiutare i nuovi arrivati, a fare da cicerone in città, a offrire un aiuto per trovare un appartamento. Una specie di chioccia insomma …
Chi fu il suo idolo calcistico?
Durante il periodo in cui giocò nel Milan fece la riserva a un certo Gianni Rivera. Ecco, credo che avesse preso lui come fonte di ispirazione. D’altra parte nel Milan di quell’anno aveva come compagni di squadra giocatori del calibro di Altafini, Trapattoni, Benitez, Maldini, Lodetti … tanto per fare qualche nome. Quindi capisci che a vent’anni ebbe modo di giocare con i mostri sacri dell’epoca. Alla fine però decise di non restare al Milan a fare il secondo, pur di un grande campione come Rivera, e tornò alla Sampdoria dove rimase per ben undici anni … Giocò anche nella Nazionale Juniores, fu vincitore con i suoi compagni nel Torneo di Viareggio e fu convocato anche nella Rappresentativa Olimpica.
Com’é stato per te essere la figlia di un calciatore professionista di serie A?
Quando giocò a Milano non conosceva ancora la mamma. Poi ci fu la Sampdoria e poi Vicenza. E infine una parentesi a Varese dove ci trasferimmo tutti per un anno. Ho frequentato la seconda elementare lì. Poi siamo tornati al Vicenza giusto in tempo perché papà concludesse qui la sua carriera di calciatore e iniziasse quella di direttore sportivo.
Che papà è stato Giancarlo?
E’ stato un papà severo ma molto affettuoso. Ed è sempre stato una guida per tutti noi.
Sei diventata mamma di uno splendido ragazzo. Che nonno sarebbe oggi tuo padre per il tuo Matteo, giovanissimo calciatore del Vicenza?
Papà lo ha seguito tantissimo fino all’inizio della sua malattia. Andava sempre a vedere i suoi allenamenti e qualche volta lo portava con sé ad allenarsi in qualche campetto della città, giusto per dargli qualche dritta, qualche consiglio, qualche suggerimento. Comunque è riuscito a goderselo i primi tempi e a vederlo giocare con l’amata maglia biancorossa.
Cosa ti manca di più di tuo padre?
Tante cose … anche perché era molto legato a me, ero il suo punto di riferimento soprattutto nella malattia. E quindi mi manca tanto lui e mi mancano tantissimo le sue telefonate …..perché mi chiamava mille volte al giorno.
Mi dicevi che hai avuto anche tu la sensazione che in qualche modo fosse presente anche lui alla conferenza stampa di presentazione del Club a lui dedicato …
Si, è vero. Sia in occasione della celebrazione dei 40 anni del Real Vicenza al Teatro Olimpico, che oggi nella sede dell’Associazione Calciatori si è creata sempre un’atmosfera molto particolare, un ricordo dolce e affettuoso e non una triste commemorazione, sembrava quasi che lui fosse lì ad ascoltarci. Soprattutto quando è stato proiettato il video di Paolo Rossi …. ho sentito forte la sua presenza. Chissà che da lassù continui a guidarci e a illuminare il progetto del nostro Club. Lui teneva moltissimo al settore giovanile, quand’era direttore sportivo aveva creato dentro al Menti una struttura dove tenere i ragazzi a dormire e a mangiare, proprio per poterli avere sotto la sua protezione. Questo è un impegno che il Club porterà avanti nel suo nome e quindi la nostra attenzione sarà rivolta soprattutto per i progetti che riguardano i ragazzi. Speriamo che la seconda edizione del Torneo Giovanile “Memorial Giancarlo Salvi” che si svolgerà a maggio del prossimo anno riesca a far emergere qualche talento futuro del nostro vivaio biancorosso!
Lo speriamo tutti. Grazie Monica, in bocca al lupo.