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Che il futuro del Vicenza calcio passi dalla salvezza sul campo è una delle poche certezze in questo complicatissimo momento della storia del club biancorosso. Senza il matenimento della categoria infatti la società di via Schio potrebbe ripartire dalla serie D, previo via libera del sindaco, con una nuova proprietà che per ricominciare non avrebbe nemmeno bisogno di pagare i debiti sportivi (circa un milione di euro) così come invece accadrà qualora il Vicenza calcio, raggiunta la permanenza in serie C, venisse acquistato all’asta. Fatto chiaro, precisato questo punto, è logico che l’asta si debba tenere a campionato finito, con la certezza, come ci auguriamo tutti, che il Vicenza abbia conquistato la salvezza. Una data plausibile, e che rispetterebbe anche le regolari tempistiche di preavviso (almeno una ventina di giorni) prima della data dell’asta, potrebbe essere il 9 maggio (giorno più, giorno meno), che permetterebbe ai gruppi e alle cordate che si stanno preparando di essere pronti a presentare le loro rispettive offerte, cosa che andrebbe anche nell’interesse dei creditori della società fallita in quanto il valore del club berico in serie C sarebbe senza dubbio maggiore e l’asta tra vari, e probabilmente più numerosi, pretendenti potrebbe permettere di portare a casa un prezzo più alto. Pensare a date precedenti alla fine del campionato pare poco realistico visto che nel bando d’asta, di cui al momento non c’è traccia, deve essere precisato il valore del club, stabilendo in primis la valutazione del parco giocatori, del settore giovanile, del magazzino, oltre a dover essere precisata chiaramente la parte debitoria che un acquirente, prendendo il Vicenza, andrebbe ad accollarsi. Tutta una serie di dati che al momento non sono noti a chi intende partecipare all’asta, senza calcolare che i potenziali acquirenti dovrebbero avere anche il tempo materiale per valutare il tutto, presentare il milione di euro a garanzia (o non è più richiesto?), e decidere quale secondo loro potrebbe essere il prezzo giusto per aggiudicarsi l’asta.

Per anticipare la data dell’asta, senza rispettare i regolari e previsti tempi di preavviso, servono gravi motivi di urgenza, quali ad esempio la mancanza di liquidità per poter mandare avanti l’esercizio provvisorio. Ci sia però consentito precisare che i soldi non finiscono all’improvviso e che chi, nel caso fosse questa la motivazione, li ha gestiti così male ne farebbe un magra figura. Anche perchè da qui alla fine del campionato manca ormai poco e non si capisce quali potrebbero essere gli impedimenti che non permettano di arrivare in fondo alla stagione. A meno che, ma sarebbe gravissimo, non si voglia “favorire” qualche cordata che è magari già pronta e quindi in una situazione di vantaggio rispetto a chi invece sta, correttamente attendendo di conoscere il bando d’asta per capire di cosa si sta concretamente parlando. Ecco perchè parlare di asta tra dieci, quindici giorni, è perlomeno stravagante. Anche se, visto quanto è accaduto finora, niente ormai ci sorprenderebbe.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net