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Doveva essere la partita che, vincendola, avrebbe allargato il distacco a quattro punti dal Santarcangelo, allontanando la zona play out. Invece, nonostante il gol di Comi avesse portato in vantaggio i biancorossi alla fine del primo tempo, nella ripresa il Santarcangelo guidato da Karel Zeman, ha prima pareggiato e poi addirittura trovato il gol della vittoria con l’ex Piccioni che a fine gara non ha nascosto un sentimento di rivalsa per non aver trovato posto in biancorosso nella parentesi di Vicenza di ormai otto anni fa. Un tonfo pesantissimo, che ha portato il Vicenza all’ultimo posto in classifica e che, almeno al momento, ha detto che il cambio in panchina tra Nicola Zanini, rimpianto e salutato affettuosamente dai tifosi berici, e Franco Lerda non ha portato alla scossa sperata. I problemi di questa squadra sono noti, li conoscono bene anche i pali del “Menti”. Della crisi societaria, degli errori ed orrori di Vi.Fin. e delle nefandezze di Sanfilippo abbiamo già scritto in abbondanza. Così come abbiamo dato e sottolineato le difficoltà gravi a cui i giocatori del Vicenza hanno dovuto, e devono ancora oggi, fare fronte. Una squadra che da metà dicembre a metà gennaio, quando nemmeno si sapeva se il campionato del Vicenza sarebbe potuto continuare, non si è allenata. Un buco nella preparazione, mentre le altre squadre facevano il richiamo invernale, che adesso si paga in maniera evidente. Lo si è visto sempre nelle partite giocate nel 2018, anche quando la squadra allenata allora da Nicola Zanini ha vinto. E’ accaduto a Salò quando sul 3 a 0, dopo aver dominato in lungo e in largo, i padroni di casa hanno segnato l’1 a 3, si sono visti annullare il 2 a 3, e solo due grandi parate di Valentini hanno chiuso il match. E’ successo a Fano quando nella ripresa con l’uomo in più non si è quasi mai riusciti a superare la metà campo, e a Trieste dove nell’ultimo quarto d’ora i biancorossi sono stati schiacciati nei loro ultimi trenta metri. Negare questo è grave, perché se sai che una squadra è in difficoltà imposti la partita magari partendo piano, gestendo le forze, e fai in modo di non arrivare alla canna del gas negli ultimi venti minuti quando le gare si decidono. Ma oltre a questo il Vicenza visto contro il Santarcangelo ha corso anche male, schierato in campo con i reparti troppo lontani tra di loro, e con una squadra lunga a volte cinquanta metri. Karel Zeman, a cui non pareva vero di aver vinto a Vicenza contro una squadra tecnicamente molto più forte della sua, ha detto una verità facile, facile. “ Abbiamo vinto perché abbiamo tenuto bene le distanze, siamo stati compatti, e alla fine ne avevamo di più “. Analisi confermata da tutti gli addetti ai lavori presenti al “Menti”, perché talmente evidente che sbagliarla era impossibile.

Ai tanti che ci hanno scritto e chiesto perché Lerda neghi questo, rispondiamo che lo potrebbe fare per difendere pubblicamente i giocatori (e ci sta ..) ma che la nostra è solo un’ipotesi. Poi ognuno ha la sua idea e difende il suo ruolo, di sicuro dopo una sconfitta pesantissima come quella subita contro il Santarcangelo non possiamo accettare di sentirci dire che la squadra ha giocato bene per oltre un’ora perché queste affermazioni hanno giustamente scatenato le giuste ire di molti tifosi biancorossi. Del resto la sconfitta contro il Santarcangelo è molto grave perché finora il Vicenza di Alberto Colombo prima, e di Nicola Zanini poi, contro le ultime in classifica aveva quasi sempre vinto. Colombo ha battutto Teramo, Gubbio e Fano al Menti, e fatto 0 a 0 a Fermo, Zanini ha pareggiato a Gubbio, vinto a Teramo e Fano. L’unica sconfitta subita a Santarcangelo nell’era di Colombo è costata pochi giorni dopo, complice anche la vittoria del Mestre guidato dall’ex Zironelli al “Menti”, la panchina al tecnico di Cesana Brianza. Del resto il valore tecnico dell’organico del Vicenza è nettamente superiore alle ultime cinque della graduatoria, considerato che tra i biancorossi ci sono molti giocatori che hanno un passato in serie B come De Giorgio, Giacomelli, Valentini, Jakimovski, Romizi,  e molti altri come Malomo, Milesi, Ferrari che la serie C l’hanno giocata e recentemente vinta. Per questo non serve certo un’impresa titanica per salvare la categoria, ma che tutti si facciano un bell’esame di coscienza e che in queste ultime sei partite, parole di Luca Crescenzi a fine gara a Meda, “ si tirino fuori i c… “.  Nello spogliatoio ci si guardi bene in faccia e chi non ci crede si chiami pur fuori, e si dia tutto anche solo per non perdere i soldi come ha dichiarato a fine gara contro il Santarcangelo Alex Valentini. Per la verità ci saremmo aspettati che il volere la salvezza a tutti i costi fosse motivato anche dal fatto che lo si deve ad una straordinaria tifoseria che ha letteralmente sostenuto con soldi propri quel che resta della società di via Schio, ma il cuore e l’attaccamento ai colori biancorossi probabilmente se ne sono andati con l’esonero di Zanini e di Gino Sterchele che il Vicenza lo amano davvero, tanto da, oltre fare gli allenatori, vendere braccialetti, portarsi a casa a cena giocatori che non avevano i soldi per pagarsi da mangiare e tanto altro che con l’aspetto tecnico aveva ben poco da vedere. Anche per loro, per la necessità di arrivare all’asta pubblica, questa salvezza è da centrare e, ripetiamo, non si parli di impresa se arriverà perché l’impresa in negativo, una macchia indelebile nella carriera di tutti, sportivamente parlando, sarebbe quella di retrocedere con una squadra tecnicamente più forte delle concorrenti, Fano, Gubbio, Teramo e Santarcangelo, che abbiamo visto al “Menti” sabato scorso. Per cui il gruppo si ricompatti e tiri fuori gli attributi per arrivare a centrare quei nove, dieci punti che servono. Il calendario non è nemmeno così in salita, ma per vincere serve volerlo a tutti i costi, pur nelle evidenti difficoltà fisiche e mentali (di personalità) di questo gruppo. Per finire, annotiamo che i tagli richiesti nel  pre-partita (ancora?!) finalizzati a chiedere alla squadra ulteriori sacrifici hanno portato altro turbamento. Comprendiamo tutto, ma così come è stato deleterio chiedere la riduzione del 20% degli stipendi, così è stato distruttivo avanzare la richiesta di cancellare i contratti che vanno oltre il 30 giugno del 2018. Siamo consapevoli che il contesto generale della società di via Schio sia grave, ma c’è modo e modo e ci sono le tempistiche giuste (e quelle sbagliate) per portare avanti determinate situazioni.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net