Il caos Vicenza continua e scrive ogni giorno pagine nuove. Dopo che le nostre anticipazioni sul gruppo capitanato da Ubaldo Calabrò sono state confermate dallo stesso imprenditore e riprese da tutte le testate vicentine, ieri Calabrò al Corriere del Veneto ha dichiarato che il Vicenza attuale non può che valere zero e di pagare anche solo un euro all’attuale proprietà non se ne parla proprio. “Sanfilippo mi ha chiesto dei soldi per cedere il Vicenza – sottolinea Calabrò – ma una società piena di debiti e penultima in serie C credo valga zero, forse meno. A breve non se ne farà niente, ma non appena il club porterà i libri in tribunale cercheremo di salvare il Vicenza”. Premesso che le referenze di Calabrò non sono certo delle migliori, la trattativa sembra morta ancora una volta sul nascere perché i famosi due milioni che servono per dare ossigeno alla disperata condizione del Vicenza calcio sono in bocca a tutti, ma nessuno, Sanfilippo compreso (che fine hanno fatto i due milioni in assegni circolari che il politico piemontese ha detto di avere da metà novembre?) ha dimostrato con i fatti di averli veramente e di metterli a disposizione del club berico. Per questo è parso subito chiaro che Calabrò e il suo gruppo il Vicenza non lo potevano acquistare perché, per chi ancora non l’avesse compreso, per rilanciare il Vicenza servono almeno 20 milioni nei prossimi tre anni, sperando di riuscire a centrare la promozione in serie B e lasciare la serie C che è un autentico bagno di sangue da minimo 3 milioni di passivo ad ogni stagione. Perciò abbiamo dato poco spazio all’iniziativa, pubblicizzata tramite una mail arrivata a tutte le testate vicentine venerdì mattina, di Alessio Sundas, il procuratore che qualche tempo fa aveva tentato, invano, di acquistare il Treviso Calcio. Sundas si dice pronto ad acquistare e salvare il Vicenza tramite un imprenditore a lui vicino ma obiettivamente i precedenti e le modalità di presentazione del progetto lasciano, almeno per noi, il tempo che trovano. Così come troviamo deprimente il botta e risposta a distanza sui social tra Sundas e Sanfilippo che ci rifiutiamo di rendere noto.
Il disastro attuale del Vicenza calcio è sotto gli occhi di tutti, con un bilancio da approvare (e siamo al 6 di gennaio), una continuità aziendale che Sanfilippo non è in grado di garantire, e le garanzie fideiussorie con l’Agenzia delle Entrate e con il Comune di Vicenza da ripristinare. Un contesto gravissimo, con numerosi debitori pronti a presentare decreti ingiuntivi, e gli stipendi e relativi contributi scaduti lo scorso 18 dicembre da pagare ai calciatori, dipendenti e collaboratori. L’ammontare totale per saldare stipendi e contributi di calciatori, dipendenti e collaboratori, è di circa 520 mila euro con il club berico che attende dalla Lega l’ultima rata del paracadute pari a circa la metà dell’importo necessario. E l’altra parte? Probabile che siano alcuni soci di Vi.Fin. a completare il pagamento nel disperato tentativo di evitare un fallimento già scritto, e di difendere con le unghie e con i denti le fideiussioni firmate a garanzia che Sanfilippo si è ben guardato, nonostante le promesse, di mallevare. E qui torna alla ribalta un’altra cordata (l’ennesima) di cui biancorossi.net parla da settembre e che come le precedenti, si dice pronta a versare i famosi due milioni che servono come l’aria alla società di via Schio. Il gruppo francese è capitanato da Raphael Clairin e Brice Desjardins che già prima di Natale avrebbe dovuto acquisire il Vicenza, ma poi nonostante l’approvazione di Sanfilippo all’operazione, non se ne fece nulla. A distanza di una ventina di giorni la cordata francese si ripresenta e nell’operazione chiede aiuto alla famiglia Pastorelli, a Nicola per visionare i numeri della società biancorossa, e ad Alfredo Pastorelli per portare avanti l’operazione. “Preciso e sottolineo che mi è stato chiesto di essere l’advisor della trattativa – spiega l’ex presidente del Vicenza calcio – al momento altro non posso dire perché incontrerò Clairin solo nei prossimi giorni”.
Ma perché il patron della cordata francese bussa alla porta de La Colombo Finanziaria e non a quella di Sanfilippo, attuale proprietario del Vicenza calcio? E soprattutto il politico piemontese è disposto (i precedenti direbbero proprio di sì) a cedere il club berico? “Sono domande alle quali non so rispondere – precisa Pastorelli – io posso solo dire che se riscontrerò le possibilità economiche e la serietà del gruppo che conoscerò, opererò da advisor, e solo quello farò. Preciso che non farò parte dell’eventuale nuova proprietà perché con il calcio ho chiuso”. Chiaro che i prossimi giorni ci diranno se siamo di fronte all’ennesima “bufala”, oppure se al portone del “Menti” hanno bussato finalmente delle persone serie, ma nel frattempo abbiamo esaminato la situazione del club berico e abbiamo appurato come per arrivare a giugno e finire la stagione servano almeno altri 3,5 milioni di euro e non si capisce come l’attuale proprietà che finora non ha trovato i soldi degli stipendi, possa far fronte agli impegni. Vero è che dalla Lega a fine stagione qualcosa rientrerà (circa 700 mila euro), ma in via Schio i conti non tornano da qualsiasi parte li si guardi e il fallimento sembra veramente l’unico modo per spazzare via oltre dieci anni di disastri sportivi e finanziari. Il tutto mentre tutte le squadre del Vicenza calcio non dispongono delle tute e divise invernali, non ci sono i soldi per pagare la benzina dei pulmini, e le giovanili non hanno i palloni e i cinesini per allenarsi. Uno scempio a cui c’è l’obbligo di dire basta. Serve dare un segnale forte, il “Menti” vuoto potrebbe essere il messaggio che serve per una svolta vera, e non il RipaRtiamo finto di questa estate.