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Un vecchio proverbio recita che al peggio non c’è mai fine, e in questo momento lo si potrebbe applicare alle vicende biancorosse senza timore di essere smentiti. In campo il Vicenza ha collezionato la quarta sconfitta consecutiva, evidenziando, oltre a limiti tecnici noti, una carenza caratteriale e di volontà che si è manifestata negli ultimi mesi dopo un avvio di stagione in cui un po’ tutti invece avevano avuto modo di apprezzare lo spirito positivo e la determinazione con cui il gruppo aveva approcciato l’annata. Una squadra costruita tra mille difficoltà, sulle quali ci sembra inutile tornare, ma che si era compattata ed era stata contagiata dalla spinta della tifoseria che con 6.123 abbonamenti aveva dato un segnale chiaro di voler credere alla svolta. Probabilmente non è un caso che non appena le vicende societarie sono franate tra vicende al limite del tragicomico, anche il gruppo ha, colpevolmente, mollato. A complicare le cose è andato in scena l’esautoramento di poteri del direttore sportivo Moreno Zocchi che in estate aveva convinto i giocatori a venire a Vicenza nonostante i programmi societari fossero teorici e non tutto fosse chiaro. Ad oggi, come abbiamo già avuto modo di scrivere, il club berico non ha un presidente, non ha un direttore generale, né un direttore sportivo operativo, con i vari Presicci, Capuzzo e Ferri che gravitano attorno alla squadra ma senza pieno titolo e di conseguenza non ancora abilitati a prendere decisioni. E che il caos regni sovrano lo si era compreso da subito, considerato che il periodo di interregno che doveva essere gestito serenamente e di comune accordo, sta mostrando un “tutti contro tutti” degno della più triste gazzarra.

Il preliminare firmato (e non ancora depositato a quanto ci risulta) non abbiamo avuto la possibilità di leggerlo e di conseguenza non possiamo affermare chi ha torto o ragione, e se vogliamo dirla tutta la cosa non ci interessa perché non spetta a noi, non è di nostra competenza. Quello che è certo è che anche gli episodi andati in scena sabato a fine gara al “Menti” e lo scambio di accuse via social di domenica confermano come il rapporto tra venditore ed acquirente sia tornato molto teso e che c’è più di qualche problema da risolvere. Il closing che era dato quasi per scontato dopo la conferenza del 13 novembre ora non lo è più e lo scriviamo per l’evidenza delle cose a cui stiamo assistendo. Da una parte l’amministratore delegato di Boreas Francesco Pioppi sostiene che i numeri non quadrano e che la situazione debitoria sia maggiore di quanto gli era stato prospettato. Come questo sia possibile dopo sei mesi di trattativa e una due diligence ultimata è difficilmente comprensibile, ma Pioppi ha il dovere di fare chiarezza e di rendere pubbliche le discrepanze ed eventuali irregolarità che ha riscontrato negli ultimi giorni.

Il tutto mentre Fabio Sanfilippo non molla la presa sulla vicenda che lo ha visto protagonista ribadendo accuse nemmeno tante velate al presidente di Vi.Fin. Marco Franchetto. In un contesto a dir poco caotico continuano a circolare voci di presunti piani che sarebbero finalizzati a portare in maniera “indolore” il Vicenza calcio al fallimento. Ai tanti che in questi giorni ci hanno chiesto se questa ipotesi potesse avere un fondamento ribadiamo che per quanto ci riguarda la riteniamo fantasiosa, anche perché il club berico vige in regime di 182bis con quello che ne consegue. Quello che è invece reale è una situazione molto complicata come del resto avevamo anticipato nei giorni scorsi. Visto quanto è accaduto nelle ultime ore è indubbio pensare che il passaggio delle quote da Vi.Fin. a Boreas Capital non sia così scontato come poteva apparire dieci giorni fa e la possibilità che anche stavolta possa arrivare una fumata nera non è da escludere, anzi. Molto difficilmente infatti si riuscirà a firmare la cessione del Vicenza entro il 10 di dicembre, andando, sempre che i contrasti ed i problemi attuali vengano superati, alla settimana successiva. Ma in questo caso la scadenza del pagamento degli stipendi e relativi contributi ai giocatori e collaboratori del club berico fissata per il 16 del mese corrente potrebbe non essere rispettata dalla holding lussemburghese per i tempi tecnici necessari al reperimento del denaro, così come diventerebbe molto problematico depositare garanzie bancarie o assicurative verso l’ufficio IVA e verso le banche. Di conseguenza anche far fronte ai pagamenti della rata IVA dilazionata, la scadenza dei circa 42 mila euro al Comune di Vicenza e anche  subentrare nelle garanzie verso i creditori, a suo tempo rilasciate a livello personale da alcuni soci di Vi.Fin..

Ma la situazione potrebbe precipitare se la società dei revisori che ha analizzato il bilancio del Vicenza calcio della stagione appena conclusa non desse l’assenso all’approvazione per la presenza di presunte irregolarità, contesto che l’amministratore delegato di Boreas Capital Francesco Pioppi ha denunciato nei giorni scorsi. Come sia possibile che dopo sei mesi di trattative e una due diligence completata non si siano evidenziate queste anomalie è difficile da comprendere, così come è impensabile che non fosse nota la necessità di coprire le minus valenze scaturite dalla cessione dei giocatori nel mercato estivo (decisione presa di comune accordo tra Vi.Fin. e Boreas) venduti a quotazioni più basse di quelle inserite a bilancio. Fatta questa premessa, ribadiamo che Pioppi può (anzi deve) per fare chiarezza, rendere note le problematiche che ha riscontrato, togliendo ogni dubbio su di chi sia la responsabilità nel caso la cessione del Vicenza calcio salti ancora una volta. Cosa accadrà domani è un domanda che oggi non ha risposta, con la telenovela della cessione del club berico che non vuole scrivere la parola fine.  In un quadro di una tristezza infinita, c’è chi non esclude un colpo a sorpresa, ma il colpo, meglio il botto definitivo, stavolta lo potrebbe fare il Vicenza calcio portando i libri in tribunale e consegnando le chiavi della società biancorossa al sindaco.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net