A Vicenza per tutti è il Capitano, con la C maiuscola perché Giovanni Lopez, insieme a tutti i giocatori di quel gruppo, ha rappresentato una città, quello che potremo chiamare il popolo biancorosso. Eppure quel Vicenza è cresciuto tra molte difficoltà, ma era un gruppo compatto e granitico formato da uomini veri prima che da giocatori. “ Non è che fossimo scarsi – sottolinea sorridendo Lopez – in campo sapevamo il fatto nostro. Ma è vero che eravamo un gruppo con dei valori importanti. Ogni anno facevamo meglio di quello precedente, vincevamo i campionati e poi ci salvavamo nella serie superiore, e anche in serie A il piazzamento è sempre stato migliore di quello della stagione prima. Sono stati anni indimenticabili in cui ho dato ma anche ricevuto molto “. Vent’anni dopo il Vicenza è caduto di nuovo in serie C e il contesto generale non lascia presagire nulla di buono. “ Vedere il Vicenza ridotto così male mi dà una tristezza infinita – precisa l’ex capitano del Vicenza – ma nel calcio raccogli sempre quello che semini e si vedeva anche da lontano che c’erano tantissimi problemi, che c’era approssimazione, e poca competenza. Del resto se in tredici anni fai quattro retrocessioni e tre salvezze all’ultima giornata qualcosa vorrà pur dire. Mi dispiace enormemente per la tifoseria biancorossa perchè non riesco a vedere il Vicenza in serie C, questa piazza merita altri palcoscenici ”.
Il presente è forse più buio di quando Lopez è stato chiamato ad allenare il Vicenza in serie C partendo da meno quattro perché la società iscrisse la squadra in ritardo nei termini. “ Un’esperienza – racconta Lopez – che ho vissuto con grande intensità, cercando di dare al Vicenza tutto me stesso. A distanza di tempo vi dico che ho dato più da allenatore che da giocatore. Quando sono arrivato ho trovato una società allo sbando, i tifosi delusi ed arrabbiati per l’ennesima retrocessione e i giocatori che non sapevano ben cosa sarebbe successo il giorno dopo. So bene che mi hanno chiamato per sistemare le cose, per fare da ombrello a tutte le difficoltà. Ho lavorato duro, ho dato moralità all’ambiente, e ci ho sempre messo la faccia che c’era pure sulla campagna abbonamenti di quella stagione. Partendo da meno quattro con una squadra sistemata solo a fine novembre a campionato in corso, siamo andati ai play off uscendo ai rigori “. In estate è arrivato il ripescaggio e le cose sono cambiate. “ La dirigenza si sentiva più forte e non mi è stato dato tempo per lavorare con una squadra completamente rifatta a settembre. Ma si vedeva che qualcuno operava in un certo modo. In tribuna durante una partita un dirigente mi ha offeso ed era seduto vicino a mia moglie e mio figlio. Una situazione inaccettabile. Diciamo che non ho trovato persone moralmente alla mia altezza “.
Adesso allena a Lucca e le cose vanno decisamente bene. “ L’anno scorso sono arrivato a marzo e abbiamo giocato i play off perdendo ai quarti di finale con il Parma che poi è stato promosso. In questo campionato abbiamo costruito una squadra che costa di monte ingaggi 718 mila euro lordi e abbiamo 23 punti – sottolinea Lopez – ci sono tre giocatori di esperienza come Capuano, Mingazzini e Fannucchi che sono di esempio per i giovani e hanno dato valori al gruppo. La serie C è dura, i giocatori devono prima di tutto correre e lottare, ma se non hai alle spalle una società seria non vai da nessuna parte “. Una situazione che a Vicenza pesa come un macigno. “ Purtroppo chi è riuscito a creare un buco di oltre 20 milioni oggi dovrebbe rispondere e spiegare quello che è successo. Da lontano vedo che il contesto è molto complicato e non trovo una via di uscita. Ma per l’affetto che ho per i colori biancorossi e per la tifoseria vicentina spero che presto un giorno il Vicenza possa tornare dove merita. Serviranno serietà, competenza, e valori morali, poi anche una discreta capacità finanziaria. Ma soprattutto un taglio netto con il passato “.