In questi giorni sono state numerose le mail arrivate al nostro indirizzo di posta in cui i tifosi del Vicenza ci chiedono perché ultimamente abbiamo trascurato le vicende societarie legate al possibile cambio di proprietà. Premesso che la linea che abbiamo sempre seguito ci porta più a dare notizie verificate che a riportarle per primi, la risposta che potremo dare è che questa lunga “telenovela” ci ha stancati. Visto il ruolo di testata giornalistica non ce lo potremo permettere, ma i fatti degli ultimi mesi hanno confermato come la vicenda legata alla cessione del Vicenza calcio sia ormai una specie di never ending story di cui nel passato abbiamo raccontato tutte (e forse qualcuna ce la siamo dimenticata) le puntate. La realtà è che non ci stiamo più a scrivere che siamo al giorno decisivo, che l’accordo c’è e che manca solo qualche dettaglio che, guarda caso, fa poi saltare sempre tutto. Ognuno fa giornalismo con le notizie che ha, ma è verosimile che un gruppo firmi un preliminare, parli di firme dal notaio e dopo pchi giorni affermi di attendere della documentazione da Vi. Fin.? Ai tanti che ci hanno scritto chiediamo, è credibile? La gente biancorossa non è stupida, forse a volte ingenua e un po’ credulona, ma davanti ai fatti poi capisce quale sia la verità. Che è molto complicata, perché, come abbiamo già avuto modo di scrivere, il Vicenza calcio è una società indebitata di oltre 13,5 milioni di euro con debiti IVA rateizzati per circa 6 milioni (undici rate annue da 588 mila euro da pagare), e una ristrutturazione del debito omologata dal Tribunale di Vicenza nel maggio del 2016. Oltre a questo macigno la squadra gioca in serie C, categoria dove non ci sono introiti dalla Lega, contesto che di conseguenza impone alla proprietà di un club come quello berico di mettere mano al portafoglio per circa 2,5 milioni per ripianare le perdite della stagione. E se non si sale di categoria la perdita si ripete nel campionato successivo.
Numeri inconfutabili, che dovrebbero far scappare a gambe levate qualsiasi imprenditore o cordate varie che siano formate da persone che sanno cosa serva per rilanciare veramente, non a parole, il Vicenza calcio. Per farlo concretamente servono almeno 20 milioni di euro in quattro anni. E non lo diciamo noi, ma un importante studio vicentino che da ormai dieci anni esamina il bilancio della società di via Schio e ci relaziona sullo stato di salute del club biancorosso. Per questo restiamo stupiti dell’insistenza con cui l’ing. Francesco Pioppi in rappresentanza di Boreas Capital Sarl vuole il Vicenza calcio, quasi come se fosse l’unico club calcistico in vendita. E se vogliamo dirla tutta non ci ha convinto nemmeno il budget di 7/8 milioni da investire in tre anni, una sorta di aspirina per chi è in rianimazione malato di una grave polmonite. Non è neppure chiaro chi metta i soldi e chi in seguito prenderebbe il comando in via Schio, e lo stesso vale anche per il gruppo rappresentato dal dott. Fabio Sanfilippo di cui si è detto tutto e il contrario di tutto. Dai primi giorni di ottobre si parla di firma dal notaio, ma poi si scopre che mancano ancora dei documenti (ma dal notaio non si va quando è tutto definito e solo per firmare?) e la trattativa non si chiude, con i soci di Vi. Fin. che da soli non ce la fanno più a gestire il Vicenza calcio e che non aspettano altro che cedere il club e liberarsi del debito e dalle relative firme a garanzia che pesano come una spada di Damocle sulla loro testa. Con una terza cordata, di cui ha parlato il presidente di Vi. Fin. Marco Franchetto, apparsa e scomparsa tanto che nessuno sa se sia esistita per davvero. A noi sembra tutto così poco chiaro e reale, perché questo non è il Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare che la Stellican acquistò per 22 miliardi 753 milioni di lire in contanti, un Vicenza che sommando la cassa in notevole attivo, il patrimonio giocatori, e la prospettiva di giocare la stagione seguente la Coppa delle Coppe valeva almeno il doppio, forse di più. A quel tempo avremmo capito la corsa ad acquistare quella società, ma che si litighi per prendere questo Vicenza, che ci si affanni per acquistare 13,5 milioni di euro di debiti, ci suona proprio strano. Il contesto vede Boreas Capital che diffida qualunque terzo a trattare in virtù dell’esclusiva che detiene, si dice che potrebbe addirittura essere pronta ad arrivare al sequestro delle quote della società di via Schio, e il gruppo di Sanfilippo acquisterebbe il Vicenza calcio anche di fronte a questa situazione? Magari non ci arriviamo noi, ma qualcosa non ci torna. Oggi però in città è in programma un nuovo incontro con il dott. Sanfilippo e, se qualcuno vuole crederci, potrebbe essere il giorno decisivo.