Si è spento nei giorni scorsi nella sua Vicenza Virginio Tonini, figlio di Giuseppe, uno dei primi giocatori dell’Associazione Calcio Vicenza.
La famiglia Tonini si può veramente identificare con la storia del calcio a Vicenza: l’ing. Virginio Tonini fu Presidente dell’Associazione dal 1911 al 1915. Tre dei suoi cinque figli Angelo e i gemelli Adolfo e Giuseppe iniziarono a giocare nell’Olimpia di Vicenza, piccola società confluita nell’Associazione Calcio Vicenza nel 1908.
Negli anni della presidenza dell’ing. Tonini l’Associazione vicentina raggiunse traguardi importantissimi partecipando alla finale contro la Pro Vercelli per l’assegnazione del Campionato Italiano 1911 e fu considerata a lungo la maestra indiscussa del Calcio Veneto.
Ricordiamo che Angelo – il più dotato tecnicamente dei tre – giocò anche nella Milanese e per lui si parlò di una possibile convocazione nella Nazionale Italiana. Oltre che in ambito calcistico, eccelse anche nel campo dell’atletica leggera e partecipò alle Olimpiadi di Stoccolma nel 1912 nella specialità del salto in lungo. Purtroppo a causa un’intossicazione alimentare non fu in grado di esprimersi al meglio e a guadagnarsi la gioia di una medaglia. Ricordiamo che fu il primo atleta italiano a superare i sette metri nel salto in lungo, e che le sue prestazioni nel salto in alto e nella corsa erano di eccellenza europea.
Adolfo, brillante attaccante biancorosso e due volte capocannoniere della squadra, dall’altezza davvero ragguardevole per l’epoca, era una spina nel fianco delle difese avversarie che non riuscivano a contrastare la sua prestanza fisica, i suoi colpi di testa e la potenza del suo tiro. Chiamato alle armi nel 1915, partecipò alla Campagna Italiana in Albania, e fu proprio nel clima malsano della linea di Valona che contrasse la malaria, che lo portò alla morte nel 1916 a soli 23 anni.
Giuseppe – detto Giugio – fu un ottimo giocatore di centrocampo, che anticipò il ruolo del libero moderno davanti alla difesa, figurando sempre tra i migliori in campo. Giocò ininterrottamente nel Vicenza – salvo la pausa per gli eventi bellici – fino al 1921. Dedicò il resto della sua vita affinché non venissero dimenticati gli Eroi biancorossi caduti nella Grande Guerra. Alla sua tenacia, a quella del fratello Angelo e del figlio Virginio dobbiamo la stele commemorativa posta nel 1973 all’ingresso dell’entrata principale del Romeo Menti.
Piangiamo quindi non solo la scomparsa di un grande tifoso e sostenitore dei colori biancorossi ma anche un prezioso tassello della storia centenaria del nostro Vicenza.