Prima che al Vicenza, prossimo avversario in campionato, le preoccupazioni di Rino Gattuso e dei tifosi sono rivolte al caos societario. Da mesi il Pisa è nei guai. Dopo l’emozionante vittoria dei playoff di Lega Pro, fosche nubi si sono addensate sulla Torre. L’iscrizione al campionato a rischio; la famiglia Petroni (“i romani”, come li chiamano ormai a Pisa in senso dispregiativo) che non hanno più un euro per pagare gli stipendi e la benzina; il giovane rampollo Lorenzo Petroni che parla a suon di comunicati; la messa in mora da parte dei calciatori; le cordate, vere o presunte, interessate all’acquisto, come l’ambiguo fondo di Dubai rappresentato da Pablo Dana; il presidente della Lega B, Andrea Abodi, con il mandato a vendere. E poi, le diffide di massa agli ultras dopo gli scontri con i bresciani; le giovanili che si allenano al parco; l’Arena Garibaldi riaperta a sprazzi dopo l’esilio di Empoli; la telenovela Gattuso, che prima ha abbandonato la barca esasperato poi è tornato, acclamato da tifoseria e squadra come il condottiero.
E un gruppo di calciatori che, nonostante non ci siano i soldi nemmeno per l’acqua, stanno dimostrando un forte attaccamento alla maglia conquistando punti preziosi e la stima del popolo pisano. “Uomini veri”, come riconoscono i tifosi, che dovrebbero essere da esempio per tutti. Anche per i calciatori biancorossi autori di prestazioni indegne in questo avvio di campionato.
LA SITUAZIONE DEBITORIA DEL PISA
Abodi ha riassunto così la situazione (fonte Il Tirreno): “I debiti sono intorno ai 2 milioni e 700.000 euro, ai quali vanno aggiunte le spese correnti fino alla fine della stagione (altri 2 milioni e mezzo circa). Il monte stipendi del Pisa, tra tesserati e dipendenti, è di 6 milioni. Basandoci su queste cifre, dovremo valutare attentamente che il compratore sia in grado di sostenere a livello finanziario l’investimento”.
LA CONFERENZA DELLA VIGILIA DI GATTUSO
Al di là del caos societario, c’è un pallone che deve rotolare. Domani a Pisa arriva il Vicenza e Gattuso ha presentato la partita a modo suo. Chiedendo rabbia, veleno e grinta. Queste le dichiarazioni salienti della conferenza, riportate da Tuttopisa.it. Sulla situazione societaria: “Mi aspettavo di più da Dana, anche io come la gente dopo le sue parole mi aspettavo molto di più. So tutto ciò che non funziona qui, ci sono delle persone che mi aiutano ma nessuno che ci rappresenta: se qui manca una cassa di acqua ci deve pensare il sottoscritto, altrimenti i ragazzi bevono dalla fontana. Abodi probabilmente non sa tutto, o forse ha iniziato adesso a conoscere certe cose. Ma di sicuro qua non ci fanno sentire dei professionisti: non si possono vivere certe situazioni, dobbiamo capire se si può andare avanti così. Di certo, peggio è impossibile fare”.
Sul Vicenza: “Non mi fa paura il singolo, quanto l’allenatore che sa il fatto suo. E poi la compattezza di squadra, non è cambiata molto dall’anno passato. Però è difficile che le squadre ci mettano sotto, non subiamo tanto, e anzi, dobbiamo fare di questo aspetto un punto di forza: io voglio vedere il veleno negli occhi, noi dobbiamo crederci sempre”.
Sui tifosi: “La goduria più grande è vedere un pubblico come quello dei playoff, noi abbiamo bisogno del calore e della passione dei tifosi, alle volte nello spogliatoio sento i ragazzi dire che senza pubblico non hanno la giusta carica: del resto c’è chi si carica così. Io mi carico anche giocano con mio figlio a briscola o tressette, ma non tutti siamo uguali. Di sicuro è un’atmosfera che ci manca”.
Sul gruppo: “La cosa che mi piace molto dei ragazzi, che è una buona base che ti dà forza e coraggio di lavorare, è che ci tengono alla maglia, vedo in questa settimana facce incazzose che vogliono subito recuperare, analizzano bene le situazioni: ma su questo non avevo dubbi. Come prima cosa dobbiamo sempre guardare avanti, oltre la sconfitta contro la Spal, l’obiettivo nostro è rimanere in categoria. Sicuramente ci sono gare che avremmo potuto vincere ma non abbiamo vinto, e questo ci fa capire che non dobbiamo accontentarci”.