Il Procuratore Federale ha deferito al Tribunale Federale Nazionale dodici dirigenti e quattro società per una serie di violazioni del Codice di Giustizia Sportiva. Il procedimento nasce dagli atti di alcune operazioni di trasferimento di calciatori che hanno visto coinvolte le società Parma, Inter, Novara, Padova, Brescia, Cesena, Ascoli, Siena e Vicenza. Come si legge nel comunicato ufficiale della FIGC, le operazioni incriminate, tutte poste in essere dal Parma, “presentano caratteristiche identiche che consentono di definirle ‘cessioni incrociate’, tali da comportare la contabilizzazione di ingenti plusvalenze da parte delle due controparti senza alcun effettivo movimento finanziario”.

Oltre a Gianluca Sottovia (all’epoca dei fatti Amministratore Delegato del Padova), Marcello Cestaro (all’epoca dei fatti Presidente del CDA del Padova), Diego Penocchio (all’epoca dei fatti Presidente del CDA del Padova), Igor Campedelli (all’epoca dei fatti Presidente del CDA del Cesena), Silvia Benigni (all’epoca dei fatti Consulente amministrativo dell’Ascoli), Roberto Benigni (all’epoca dei fatti Amministratore Unico dell’Ascoli), Luca Faccioli (all’epoca dei fatti Direttore Generale del Novara), Massimo De Salvo (all’epoca dei fatti Presidente del CDA del Novara), Pietro Leonardi (all’epoca dei fatti Amministratore Delegato e Direttore Sportivo del Parma) e Massimo Mezzaroma (all’epoca dei fatti Presidente del CDA del Cesena), sono stati deferiti anche Dario Cassingena -all’epoca dei fatti Amministratore Delegato- e  Tiziano Cunico, allora Presidente del CDA del Vicenza.

Nello specifico, a finire sotto la lente d’ingrandimento è stata la cessione al Parma di Mattia Sandrini e l’acquisizione di Milos Malivojevic ad un “corrispettivo abnorme e strumentale allo scopo di occultare le reali perdite degli esercizi 2012/2013 e 2013/2014 della società Vicenza Calcio SpA”. Per questo motivo la società biancorossa è stata deferita, a titolo di responsabilità diretta, così come Cesena, Novara e Brescia.