Sembra quasi che la promozione in Serie B del Pisa si stia accompagnando a una maledizione. Non c’è infatti pace sotto la torre: se a metà luglio ha regnato l’incertezza per l’iscrizione in B (fideiussione con vizio di forma) in questi giorni, dopo la dipartita di mister Gattuso, tengono in sospeso le vicende societarie. Per l’ennesima volta è dovuto intervenire il sindaco Marco Filippeschi dato che la situazione è “di assoluta gravità”. Nulla di fatto quest’oggi tra i rappresentanti del fondo d’investimento di Dubai interessati all’acquisto del Pisa e i delegati della proprietà del club: la distanza tra le parti è di circa 2 milioni. L’attuale dirigenza vorrebbe 7,5 milioni, una cifra che ha lasciato esterrefatti anche gli ultrà nerazzurri che spingono per il passaggio societario dato che -come riporta l’ANSA- “c’è una realtà quotidiana, sotto gli occhi di tutti, che è indifendibile”. Della stessa idea anche il presidente della Lega di B Andrea Abodi: “Il Pisa deve fare chiarezza e partire, è arrivato il tempo delle decisioni: bisogna rimettere al centro gli impegni assunti tenendo conto delle tematiche economiche, ma anche dei tifosi, per garantire un futuro alla società”. Una situazione ingarbugliata che coinvolge anche i calciatori. A riguardo il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi ha espresso la sua preoccupazione “per la mancanza di una guida societaria, peraltro con il mercato ancora aperto con i giocatori che si chiedono cosa fare”.