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Nessuno ad inizio campionato si sarebbe aspettato, oggettivamente, di ripetere le imprese della scorsa stagione. Ma nemmeno di trovare il Vicenza, a 10 giornate dalla fine, in questa terribile situazione. Ed invece eccoci qui, ad un passo dall’abisso. C’è poco da girarci intorno, la situazione è quanto mai disperata e a poco servirebbe ripercorrere tutte le incredibili vicende di questa annata (cambio di allenatore, cambio di dirigenti, questioni societarie, sviste arbitrali, mercato deficitario, infortuni,…) perché altrimenti verrebbe da pensare che ci siano delle scuse valide che possono giustificare questo ennesimo fallimento. E invece no: non ci sono scuse. Le scuse sono per i deboli e per chi ha paura di non farcela. Ma se noi siamo qui, ogni sabato, a tifare incessantemente questa squadra, di certo non siamo dei deboli che hanno paura di non farcela. Non vogliamo scuse, non ci servono. Siamo feriti, frustrati, tristi per come vanno le cose. Ma vogliamo ancora lottare. Tutti i tifosi lo vogliono, e la splendida curva vista sabato ne è il perfetto esempio. Si potrebbero dire tante cose, scrivere pagine su pagine per provare a spiegare cosa è andato per il verso storto, ma alla fine forse avremmo solo perso tempo e il Vicenza sarebbe ancora li, al penultimo posto della serie B, ad un passo dal fallimento. E quindi, per usare le stesse parole che tanto abbiamo sentito ultimamente dai calciatori, c’è poco da dire e tanto da fare e dimostrare. Anzi non c’è proprio niente da dire: c’è solo da scendere in campo e andare a prendersi i punti che ci servono per raggiungere la salvezza e c’è da continuare a riempire uno stadio che deve far tremare i polsi agli avversari. Dieci partite, trenta punti a disposizione: bisogna lottare fino alla fine, senza mai fermarsi, tutti insieme. Dieci partite che decidono la storia del Vicenza. Dieci partite in cui i giocatori e mister Lerda devono dare tutto quello che hanno, non solo tecnicamente, ma anche umanamente. Dieci partite in cui tutti i dirigenti devono remare dalla stessa parte, nonostante screzi personali e visioni differenti. Dieci partite in cui ogni tifoso biancorosso deve, ancora una volta, trasformare la delusione e la rabbia in un costante grido di incitamento per i colori che tanto ama e riempire in ogni ordine di posto la sua amata casa, il Menti. Siamo arrivati a un punto in cui tutto quello che c’è stato prima deve essere messo da parte. Non dimenticato, sia chiaro, perché dimenticare sarebbe un errore, ma messo per ora da parte per il bene comune. Perché ora ci si giocano 114 anni di storia. Ora ci si gioca l’orgoglio per una maglia e la passione di migliaia di tifosi. Ora ci si gioca tutto. E noi non possiamo mancare. (cccbvicenza.it)

Forza Lane!

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net