E’ arrivato all’ultimo giorno di mercato, dopo che il Vicenza aveva ceduto Andrea Cocco al Pescara, cessione che ha provocato la dura reazione del tecnico biancorosso Pasquale Marino. “Nulla contro Pozzi” – ha precisato subito l’allenatore del Vicenza – che ovviamente conosce bene il centravanti riminese di cui si era parlato per un approdo in maglia berica già nel gennaio scorso. Del resto Nicola Pozzi da giovanissimo era considerato un talento assoluto del calcio italiano quello che, nella stagione 2002-2003, a 16 anni, debuttò in C1 con il Cesena; l’anno seguente disputò più di metà campionato da titolare, segnando quattro gol. Il Milan spedì i suoi osservatori a vedere quel ragazzo di Sant’Arcangelo di Romagna; attaccante moderno, dai movimenti rapidi e precisi, tutti orientati ad un unico scopo, quello di fare gol. Il Milan lo acquista per un milione e mezzo, una cifra record per l’età e la categoria in cui Pozzi militava. “È stato tutto così grande ed è capitato così in fretta – ricorda Pozzi –. non smetterò mai di ringraziare Beppe Iachini che quella stagione a Cesena mi fece fare un salto triplo; dagli Allievi regionali alla prima squadra. L’anno dopo Castori che mi schierò nella formazione che conquistò la serie B, e poi andai al Milan”. A Milanello alla corte di Ancelotti, il giovanissimo Pozzi si allena vicino a due campioni come Shevchenko e Kakà, e subito viene convocato nell’Under 21 (8 presenze e un gol), ma per fargli fare le ossa il Milan lo manda in prestito al Napoli, al Pescara e infine all’Empoli. “In Toscana a 19 anni ho fatto l’esordio in serie A e nelle quattro stagioni in cui sono rimasto in maglia azzurra abbiamo conquistato persino lo storico piazzamento Uefa. Empoli è un’oasi felice per un giovane che vuole giocare e crescere senza pressioni”.
Un po’ come Vicenza, una città tranquilla e una società gloriosa, e una tifoseria da serie A che Pozzi conosce molto bene. “Sono contentissimo di essere qui e di vestire una maglia importante come quella del Vicenza – sottolinea Pozzi – prima della fine del mercato ho rifiutato alcune destinazioni perché sapevo che sarei potuto venire a Vicenza, e questa era per me la prima scelta. L’anno scorso ho visto qualche partita e sono rimasto impressionato da come giocava la squadra, con palla a terra, precisa, ordinata. Il mister ha fatto un grande lavoro; a Bologna il Vicenza ha giocato la gara quasi perfetta, in quel match i miei nuovi compagni sono stati bravissimi. Ripetersi non sarà facile, la serie B l’ho giocata con l’Empoli perdendo i play off, e con la Sampdoria andando in serie A, e ho potuto capire quanto sia lungo e difficile il torneo cadetto “. Pozzi è arrivato quando a Vicenza è esploso il caso Marino, con il mister che ha minacciato le dimissioni e l’accoglienza non è stato delle più calorose. “E’ stata una giornata particolare – spiega Pozzi – sicuramente non mi aspettavo di arrivare e di trovare una situazione di quel tipo, ma già il giorno dopo le cose si sono messe a posto, abbiamo lavorato bene al campo e adesso la concentrazione e l’attenzione è tutta rivolta alla gara di domenica a Modena”. Una partita che difficilmente vedrà Pozzi in campo dall’inizio, anche se l’ex attaccante di Parma e Chievo ci tiene a sottolineare che è a disposizione. “Non sono al massimo perché non ho svolto il normale ritiro estivo – spiega Pozzi – ma ho lavorato a Viareggio con il prof. Gemignani sviluppando un programma specifico per me. Adesso ho bisogno di lavorare in gruppo con i miei compagni, ma ho tantissima voglia e grande entusiasmo e questo mi aiuterà ad arrivare al top della forma velocemente. Sono venuto a Vicenza per fare bene, per tornare ai livelli di prima degli infortuni al legamento crociato”. Vestirà la maglia numero 9, quella che ha indossato sempre da giocatore e che a Vicenza ha un valore particolare. “Ringrazio Pettinari che me l’ha lasciata – sottolinea Pozzi – ho sempre giocato con quel numero e volevo farlo anche a Vicenza. Per me è un onore vestire la maglia che qui a Vicenza hanno indossato grandi giocatori prima di me; ribadisco che Vicenza era la piazza, tra le possibilità che avevo, dove volevo venire a giocare. Adesso tocca a me far vedere sul campo quello che valgo”. (Corriere del Veneto)