A Vicenza, quando si parla di stadio, l’unica certezza è data dal fatto che il vecchio e glorioso “Romeo Menti”, così com’è, è ormai inadeguato anche per il campionato di serie B. E non tanto quando si parla di capienza, che dopo la riapertura della curva Azzurra è salita a 13173 posti, quando per la fatiscenza delle strutture, l’inadeguatezza dei servizi igienici in molti settori, e il limitatissimo comfort per chi si siede sugli spalti del “Menti”. Da molti anni si parla di stadio nuovo, con il progetto presentato dall’Enic a fine degli anni 90’, la proposta dell’Arena degli eventi di Vicenza Futura, il Campus Menti di più recente presentazione. Proposte che non hanno avuto futuro, e il perché lo spiega il direttore generale del Vicenza Andrea Gazzoli. “Da quando, nell’estate scorsa, sono arrivato a Vicenza, mi sono preso a carico il problema dello stadio “Menti” e ho tratto alcune conclusioni. Ho visionato una lunga serie di progetti e di bellissimi plastici, ma devo dire chiaramente che sempre è mancato lo studio della fattibilità. Che senso ha presentare una cosa se poi non la puoi realizzare? E non parlo solo di costi, ma anche di una funzionalità e di un uso che non sia solo ovviamente relativo al giorno della gara, ma che consenta di utilizzare la struttura negli altri giorni della settimana“.
Parole che lasciano intendere come per uno stadio nuovo a Vicenza, di fatto, si debba ripartire quasi da zero. “ Diciamo che come società in questo momento abbiamo dato la precedenza alle problematiche da risolvere per farci trovare pronti nel caso la squadra conquistasse la promozione perché in caso di permanenza in serie B i lavori da svolgere sarebbero molti di meno. Come è noto la capienza minima nella massima serie è di 16000 posti e per arrivarci è chiaro che dovremo aprire i settori attualmente chiusi. Mi riferisco alla tribuna Famiglia, e allo spicchio che si trova tra i distinti e la gradinata nord, settore riservato agli ospiti. Inoltre potremo installare un altro tornello nei distinti per aumentarne la capienza, dopo aver già ottenuto circa 300 posti in più in gradinata sud e aver reso agibile la curva Azzurra. Ma oltre alla capienza c’è da adeguare anche l’impianto di illuminazione che in serie B deve avere un valore minimo di illuminamento verticale di 800 lux, mentre in serie A è richiesto di 1650 lux. Un potenziamento importante che è allo studio da parte dei tecnici“. Si lavora quindi per il domani, con una nuova struttura che pare ancora molto lontana dal poter essere realizzata. “ Qualche idea ce l’abbiamo – precisa Gazzoli – siamo andati a capire come hanno lavorato a Udine, e abbiamo preso nota anche di errori che loro stessi ammettono di aver commesso. In un eventuale progetto si dovrà discutere anche della capienza del nuovo stadio, perché si può scegliere di avere una capienza limitata per aver gli spalti spesso esauriti, come per esempio ha scelto di fare la Juventus; questo anche in funzione dei costi perché, per fare un esempio, uno stadio da 16000 costa molto meno della metà di uno da 30000“.
Di fatto il vecchio “Menti”, magari con qualche rattoppo, è destinato ad ospitare il Vicenza calcio ancora per un po’ di anni. Anche perché nei prossimi giorni, il Consiglio Federale discuterà la possibilità di giocare nella massima serie in un impianto sottodimensionato con una deroga rinnovabile per tre anni, a patto che sia già stato approvato un progetto per l’adeguamento dell’impianto stesso. Un salvacondotto a tempo dunque, che permetterebbe di lavorare per 36 mesi per adeguare uno stadio sotto i 20mila spettatori senza obbligare le società a cercare ospitalità in una città vicina. “Al momento è solo una proposta – spiega Gazzoli – e se fosse tutto dovrebbe passare dall’approvazione della Commissione Provinciale di Vigilanza. Anche in questo caso abbiamo già mosso qualche passo, di sicuro, in caso di serie A, non ci faremo cogliere impreparati“.