A 180 minuti dalla conclusione del campionato cadetto il Vicenza è ancora in corsa per la promozione diretta, anche se il Frosinone, che sarà di scena al “Menti” nell’ultimo turno, sabato prossimo se supererà il Crotone al “Matusa” festeggerà la conquista della massima serie. I biancorossi di Pasquale Marino, nel caso non riuscissero a centrare il secondo posto, avranno la possibilità di giocarsi la serie A ai play off, fase finale già conquistata, ma in cui sono ancora da stabilire le posizioni e i conseguenti incroci che porteranno allo spareggio finale.
Ma quanto vale a livello di introiti una serie A per una società come il Vicenza calcio? I criteri di distribuzione del monte premi da dividersi tra le venti formazioni che parteciperanno alla prossima serie A sono determinati dalla Legge Melandri, divisa in tre categorie; la prima corrisponde al 40% della quota totale, e viene equamente distribuita tra tutti i club. Nello scorso torneo, per citare un esempio concreto, ogni club ha incassato quasi 16 milioni. La seconda categoria porta il 30%, percentuale che viene divisa tra il 25% relativo ai sostenitori, e al 5% che riguarda i cittadini. Il calcolo delle percentuali non è per nulla agevole, in quanto la quota dei sostenitori è calcolata sulla base della media ponderata di tre rilevazioni effettuate ogni triennio da primarie società di ricerche di mercato e approvate dall’Assemblea all’inizio di ogni triennio. In pratica, a ciascuna società è attribuita una percentuale della quota sostenitori, pari al rapporto tra il numero dei tifosi della propria squadra rispetto al totale dei sostenitori. I club, poi, verranno classificati a seconda della rispettiva percentuale, con ordine decrescente, e in questo caso la differenza tra quanto viene riservato alle cosiddette grandi, e le provinciali è molto alta; una Juventus può arrivare ad incassare oltre 50 milioni, con società come Sassuolo e Chievo che non hanno grande seguito che si devono accontentare di circa 2 milioni. La seconda parte, il 5%, viene suddivisa sulla base del numero dei cittadini che popolano le città di appartenenza delle società, ottenuto mediante le rilevazioni ISTAT. L’ultima divisione del 30%, viene a sua volta ripartita tra i risultati dell’ultima stagione, che vale il 5%, i risultati dell’ultimo quinquennio, che contano il 15%, e i i risultati dalla stagione 1946/47 alla sestultima stagione antecedente il campionato in corso che contano per il 10%. A completare un quadro evidentemente abbastanza complesso, c’è da aggiungere che ad ogni neopromossa viene detratto un contributo pari a circa 2,5 milioni da assegnare alle compagini che hanno conquistato il diritto di partecipare alla Europa League, e che a chi retrocede dalla massima serie è concesso un “paracadute” il cui valore (5 milioni se si retrocede dopo un solo campionato n.d.r.) è determinato dal numero di stagioni giocate nella massima serie prima di retrocedere nel torneo cadetto. Raccogliendo tutti i dati degli anni precedenti, risulta chiaro che la serie A è, di fatto, divisa in ricchi, vedi i quasi 100 milioni della Juventus, e i meno abbienti con i circa 19 di Sassuolo ed Empoli.
In questo quadro, quanto potrebbe incassare un Vicenza promosso in serie A? Il calcolo non è certo di semplice esecuzione, ma analizzati i criteri di distribuzione, si può affermare che la società berica potrebbe riscuotere una somma vicina ai 20 milioni di euro, che potrebbero salire a circa 24 se si considera che dal campionato 2015/2016, il prossimo, la serie A disporrà di 150 milioni in più da dividere. Il tutto senza contare che tutti gli introiti (abbonamenti, biglietteria, pubblicità, marketing) andrebbero a crescere in proporzione, presentando a livello economico un quadro decisamente positivo. Un Vicenza in serie A, tramite una gestione oculata dei costi e dei ricavi, permetterebbe alla società di via Schio di migliorare, e non di poco, la situazione deficitaria di un bilancio che ad oggi presenta oltre 14 milioni di euro di debiti (comprensivi del prestito concesso dagli imprenditori vicentini per il pagamento degli stipendi del 16 aprile scorso n.d.r.), per cui la conquista della massima categoria rappresenterebbe una boccata d’ossigeno che definiremmo fondamentale per un futuro almeno meno nebuloso nella speranza, finora vana, che in via Schio avvenga il tanto sospirato cambio di proprietà. Per ultimo, aumenterebbe anche il valore dei singoli giocatori, i quali vedrebbero la loro carriera rivalutata e allungata, come sempre accade quando si conquista un traguardo così importante come la promozione in serie A. Traguardo che per i vari Vigorito, Camisa, Gentili, Brighenti; D’Elia, Cocco, Giacomelli, Cinelli, e gli altri che a luglio si preparavano per giocare il torneo di lega Pro, è un’opportunità forse più unica che rara. “ Nella vita certi treni passano una volta sola – ha precisato Cinelli – e quindi è normale che daremo il 120 per cento per centrare un traguardo che per ora è un sogno, ma che tutti noi ci auguriamo possa diventare realtà “.
fonte Corriere del Veneto