Partiamo parlando di Vicenza, che ricordo ha Lamberto Zauli di quel periodo?
Vicenza è stata una tappa fondamentale per la mia carriera perché mi ha dato la possibilità di esordire in Serie A e quindi di approcciarmi ad una categoria a cui ho sempre ambito. Naturalmente ho dei ricordi meravigliosi con questa maglia anche se poi calcisticamente abbiamo vissuto alti e bassi. I momenti magici direi che sono però nettamente superiori: la grande gioia della A il primo anno coronata dalla salvezza, poi l’indimenticabile avventura in Coppa delle Coppe in cui sfiorammo addirittura la finale dopo la partita col Chelsea, oltretutto con un mio gol. Insomma quella di Vicenza è stata sicuramente una parentesi magica per me.
Dopo le 4 stagioni in Veneto cambiò casacca ma continuò a collezionare ottime prestazioni e grandi risultati in Emilia.
Dopo Vicenza, sono arrivato a Bologna e anche di questo periodo non posso che parlare bene. Chiaramente quando giochi per una squadra di una città importante e con una grande tradizione, e in questo senso anche Vicenza lo è, diventa tutto piacevole anche se più impegnativo. Quella stagione però fu splendida, addirittura sfiorammo la qualificazione alla Champions League perciò davvero non si poteva chiedere di più a quella squadra sotto il profilo dei risultati. Ma in generale, anche fuori dal campo, a Bologna sono stato benissimo. Direi che sono due tappe davvero importanti per la mia carriera calcistica ma anche a livello umano queste due esperienze mi hanno dato tantissimo.
Lasciamo il passato e tuffiamoci nel presente: venerdi al Dall’Ara Bologna e Vicenza saranno avversarie in campo. Che partita potrà essere secondo lei?
Sarà certamente una partita straequilibrata perché in questo momento entrambe le compagini hanno il morale a mille. Il Vicenza si ritrova in una posizione di classifica che ha costruito pian piano e, secondo me, è la vera sorpresa di questo campionato anche perché si deve considerare che i biancorossi sono arrivati in Serie B all’ultimo e avevano iniziato pensando alla Lega Pro. Invece il Bologna, proprio perché è stato costruito con grandi ambizioni, ha sempre l’obbligo di vincere e convincere quindi la pressione è un po’ più sui rossoblu e anche per questo motivo sarà una partita difficile ed equilibrata. Ma in Serie B tutte le partite sono difficili.
A proposito di Serie B, cosa ne pensa di questo torneo?
Per quanto riguarda il campionato di Serie B posso dire che, come tutti gli anni, ha il fascino dell’imprevedibilità. Ogni squadra può essere la sorpresa, basta inanellare tante vittorie consecutive per poi ritrovarsi in una posizione ottimale. È un torneo bello fino alla fine, a maggior ragione con la formula dei play off e dei play out che lascia col fiato sospeso fino all’ultimo. Proprio a proposito di sorprese non posso non aprire una parentesi citando il Carpi, anche se secondo me gli emiliani rappresentano una sorpresa solo perché non hanno fatto proclami di vittoria del campionato ad inizio stagione. Ma si tratta di una società solida, seria, che lavora bene e anche la squadra è strutturata con un giusto mix di calciatori d’esperienza e giovani interessanti. Quindi è si una meraviglia ma fino a un certo punto.
E chiudiamo parlando proprio di giovani: la Serie B anche quest’anno si conferma un trampolino per molti calciatori emergenti a cui basta forse solo un po’ più di fiducia per far bene. In questo senso il pari della B Italia in Croazia contro i padroni di casa dell’under 21 è una conferma. Può partire anche da qui la rinascita del movimento azzurro?
Sicuramente. D’altronde se in Serie A gli spazi sono sempre minori perché comunque i calciatori stranieri sono sempre di più, i giocatori, tanti buoni giocatori, vanno a giocare nelle squadre di Serie B in cui trovano più spazio. Quindi è chiaro che questo campionato offre ogni anno sempre delle certezze, ovvero dei giocatori di grande esperienza sempre capaci di essere decisivi, e poi ci sono i giovani, alcuni davvero bravi, che emergono. Naturalmente l’augurio di tutti è che questo campionato possa essere il trampolino per arrivare nella massima serie ma non solo, e la storia di Immobile, Verratti e Insigne ce lo dimostra.