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La squadra va bene, la tifoseria dopo anni di delusioni, umiliazioni ed amarezze può gioire perchè da un paio di mesi al Menti si vince e ci si diverte. Insomma, sembra che le cose stiano andando nel verso giusto, cosa che nei dieci anni della gestione Sisa quasi mai era accaduto. In un momento apparentemente sereno, cosa combinano i vertici di via Schio? Litigano, mandando in scena contrasti e tensioni che confermano come all’interno del cda non ci sia unità di vedute e di intenti.

Al termine di Vicenza-Perugia il presidente Tiziano Cunico era molto arrabbiato, e non poteva esserlo certo per il risultato del campo. All’interno del consiglio di amministrazione, infatti, c’erano grandi attriti per varie divergenze: i dissidi maggiori riguarda(va)no la scadenza degli stipendi del prossimo 16 febbraio, un appuntamento che non può essere disatteso. Tornando indietro di una decina di giorni, durante l’ultimo giorno di mercato, tra gli addetti ai lavori la voce unica ed insistente era quella che il Vicenza stava vendendo Cocco perché altrimenti la società berica avrebbe avuto grossi problemi a rispettare la scadenza del 16 febbraio. Voci confermate da più imprenditori vicentini che nei giorni scorsi hanno ribadito come la dirigenza vicentina stesse chiedendo aiuto in quanto i soldi in arrivo dalla Lega Calcio sono (come sempre accade…) in ritardo.

Riportiamo solo adesso la notizia perché avevamo deciso di non creare allarmismi a tecnico e squadra che stanno facendo molto bene e hanno tutto il nostro sostegno, tifo e appoggio. Lo rendiamo noto adesso perché il Vicenza pagherà regolarmente gli stipendi, e pare che il garante dell’operazione sia addirittura Sergio Cassingena in persona. I contrasti all’interno del cda, però, sono anche altri, in quanto è noto che c’è chi va a destra e chi a sinistra, e la cosa accade da sempre e non certo da oggi. Così come non c’è stato accordo nel far uscire a mezzo stampa la nuova trattativa che di fatto, a livello di “lo dico a te, ma non dirlo a nessun altro…” è nota da tempo a mezza città. A trattare c’è un importante studio di Milano che rappresenta un fondo dietro al quale dovrebbe esserci una società tedesca che costruisce stadi e un imprenditore del Qatar che finora però mai si sono esposti in prima persona e che, da quanto è dato sapere, non hanno in programma di fare tappa a Vicenza. Chi invece ha già fissato un appuntamento presso la città berica sono i rappresentanti dello studio milanese che dovrebbero essere a Vicenza il prossimo venerdì 20 di febbraio. Una trattativa che avrebbe ancora una volta come punto chiave la costruzione di un nuovo stadio oppure la ristrutturazione del Menti, e che qualche difficoltà la sta incontrando non fosse altro che, e le esperienze passate lo confermano, quando esce la notizia tutto diventa più complicato.

Ma tralasciando i fatti, ancora molto nebulosi, riteniamo che in questo momento un po’ tutti si pongano la stessa domanda: il Vicenza non è mai stato venduto anche quando in via Schio hanno bussato persone serie e il momento era molto più buio di quello di adesso. Come mai il Vicenza dovrebbe essere venduto proprio ora? Che motivazione ragionevole può avere distrarre e disturbare l’ottimo lavoro del tecnico e della squadra in un momento così importante del campionato? Domande che difficilmente troveranno risposta, ma se i vertici di via Schio vorranno replicare, non tanto a noi, ma ai tifosi del Vicenza che sono il cuore pulsante della maglia a strisce biancorosse, siamo ben disponibili a rendere nota la loro risposta.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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