Ieri sera – in occasione delle celebrazioni del centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale – é stato presentato nella sala superiore di Villa Tacchi a Vicenza il nuovo lavoro di Anna Belloni dal titolo “Le due divise: storia dell’Associazione Calcio Vicenza dal 1902 al 1919 e dei diciassette caduti durante la Grande Guerra”.
Si tratta di un testo di quasi cinquecento pagine che riporta articoli e foto riguardanti le cronache delle partite dell’Associazione Calcio Vicenza dal 1897 al 1915, la storia dei diciassette caduti e le varie commemorazioni alla loro memoria celebrate fino al 1973.
Il libro è stato dedicato alla memoria di due giocatori biancorossi scomparsi in circostanze tragiche, Enzo Scaini e Piermario Morosini. All’inizio della serata ha preso la parola Corrado Ferretto per ricordare ed onorare la figura di Enzo Scaini con il nipote Roberto Morelli, arrivato per l’occasione da Crema, che ha voluto condividere con il pubblico alcuni suoi ricordi e considerazioni sul tragico evento che 31 anni fa è costato la vita a Scaini. Di seguito è stato riservato un sentito ricordo a Piermario Morosini, anche grazie all’intervento di Massimo Antonini e Lisa Campana dell’Associazione Morosini, che attualmente si sta prodigando con varie iniziative, tra cui quella per incentivare ed espandere l’utilizzo dei defibrillatori nelle scuole.
Nel corso della serata, il conduttore Marco Ghiotto ha ripercorso le vicende della Vicenza calcistica dal 1897, quando si formò la prima squadra in seno all’Associazione Ginnastica Umberto 1°, fino alla sua costituzione come Associazione Calcistica nel febbraio del 1902, anche se lo statuto venne poi approvato successivamente in due sedute il 9 e 16 marzo. Dopo un breve excursus sociale e politico sulla città di Vicenza ad inizio secolo, ha poi dato lettura di alcuni brani del libro relativi a partite e curiosità della storia sportiva fino allo scoppio del primo conflitto mondiale.
A chiusura dell’evento, e con la presenza dei parenti in sala, sono state raccontate le storie militari di cinque dei diciassette giocatori caduti nella Grande Guerra. Sentire ancora una volta chiamati insieme – a distanza di cento anni – i nomi di Tonini, Vallesella, Busa, Zanetti e Chiovatti ha rappresentato un momento di profonda commozione e di grande orgoglio, che è stato lungamente applaudito dal pubblico in sala.